Con la richiesta dell’avvocato difensore Calogera Falco di riaprire l’istruttoria dibattimentale e procedere con rito abbreviato, è iniziato, davanti la Corte d’assise d’appello di Palermo, il processo di secondo grado al presunto boss mafioso partannese Giovanni Domenico Scimonelli per l’omicidio di Salvatore Lombardo, ucciso con due fucilate, a Partanna, davanti il bar “Smart Cafè”, il 21 maggio 2009.
L’ucciso, un pastore con precedenti penali, aveva 47 anni. Il 17 gennaio 2018, Scimonelli è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Trapani quale “mandante” del delitto.
Ad indicare Scimonelli come mandante dell’omicidio sono stati i due uomini che dopo l’arresto (novembre 2015) decisero di collaborare con la giustizia, autoaccusandosi come autori materiali del delitto: Attilio Fogazza, di Gibellina, e Nicolò Nicolosi, di Vita. Il 21 aprile 2017, Nicolosi e Fogazza (a sparare sarebbe stato il primo, mentre il secondo era alla guida dell’auto) sono stati condannati a 16 anni di carcere ciascuno dal gup di Palermo Filippo Anfuso. Secondo l’accusa, Lombardo sarebbe stato punito per il furto di un furgone carico di merce del supermercato Despar di Partanna, di cui, all’epoca, “Mimmo” Scimonelli sarebbe stato gestore “di fatto”. Sul caso, nel 2015, ha fatto luce un’indagine dei carabinieri. Sulle richiesta della difesa all’avvio del processo d’appello, la Corte deciderà il 28 febbraio. Intanto, il 20 e 21 febbraio, a Bologna, saranno ascoltati Nicolosi e Fogazza. In primo grado, l’avvocato Calogera Falco ha cercato di mettere in luce alcune “piste alternative”. Per il legale, infatti, anche altri avevano interesse ad eliminare Lombardo. Il 2 maggio 2016, Scimonelli è stato condannato a 17 anni di carcere dal gup di Palermo Walter Turturici nel processo “abbreviato” scaturito dall’operazione antimafia “Ermes”. Per l’accusa, l’imprenditore è “uomo d’onore” e “colletto bianco” tra i più vicini a Messina Denaro.