Sversamento illegale di percolato negli specchi d'acqua vicini (cosa che Tp24.it aveva scoperto e documentato anni fa), inquinamento dei terreni circostanti, cattivo trattamento dei rifiuti conferiti.
Ecco perchè è stata sequestra la Sicilfert, l'azienda di Marsala specializzata nella lavorazione dei rifiuti organici. La Procura di Marsala non solo ha sequestrato l'impianto, ma ha notificato il provvedimento ai vertici dell'azienda, che risultano indagati: si tratta del titolare, il giovane Pietro Foderà, e del direttore tecnico.
Ecco cosa scrivono i Carabinieri:
Nella mattinata di giovedì 24 gennaio, i Carabinieri della Compagnia di Marsala e del N.O.E. di Palermo, con la collaborazione dei militari della Sezione di Polizia Giudiziaria - Aliquota CC presso la locale Procura della Repubblica, hanno proceduto all'esecuzione del decreto di sequestro preventivo - emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Marsala su richiesta della Procura della Repubblica per i reati di Inquinamento Ambientale ed Attività di gestione rifiuti non autorizzata - dell’impianto di compostaggio della SICILFERT S.R.L., sito nella contrada Maimone del Comune di Marsala. Contestualmente, hanno notificato l’analogo provvedimento a P. F., marsalese classe ’82, ed a V.P., palermitano classe ’90, rispettivamente legale rappresentante e direttore tecnico della predetta azienda, indagati in concorso per i citati reati.
L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Marsala,iniziata nel giugno del 2018 sulla base di pregressi controlli svolti dalla Polizia Municipale, ha permesso di accertare - in primo luogo - gravissime irregolarità nella gestione dei rifiuti da parte della SICILFERT. Di fatti, presso l’impianto sono stati conferiti quantitativi di rifiuti superiori al limite massimo annuo consentito ed in assenza delle necessarie autorizzazioni. Inoltre, da apposito sopralluogo, molteplici sono state le criticità riscontrate: il mancato rispetto delle varie e complesse fasi di lavorazione necessarie per trasformare i rifiuti in compost, la produzione massiva di percolato in quantità tale da non consentirne né un utile reimpiego né lo smaltimento presso appositi depuratori - con conseguenti fenomeni di sversamento della medesima sostanza presso i terreni ed i bacini d’acqua limitrofi - la mancanza di copertura dei cumuli di rifiuti ed - infine - la significativa presenza di plastiche nell’area dedicata allo stoccaggio del prodotto finito.
L’esiguità del materiale venduto dalla SICILFERT al termine delle asserite operazioni di compostaggio, a fronte dell’ingente quantitativo di rifiuti in ingresso, ha spinto - inoltre - i Carabinieri della Compagnia di Marsala a monitorare gli spostamenti del “prodotto” SICILFERT in uscita. Pertanto, grazie al montaggio di apposite micro camere ed all’effettuazione di molteplici servizi di pedinamento degli autocompattatori, è stato possibile - altresì - accertare che la SICILFERT ha effettuato un sistematico sversamento di rifiuti non classificabili come compost in vari terreni delle contrade Maimone, Ciavolo e Perino del Comune di Marsala, oltre che in altrettanti terreni del Comune di Mazara del Vallo. Analizzando, infine, in laboratorio il presunto compost sversato, è emerso che si tratta di materiale classificabile come rifiuto, con presenza di sostanze chimiche pericolose ed in concentrazione tale da poter determinare un pericolo concreto di compromissione e deterioramento dell’ambiente con cui viene in contatto.
A seguito dell’esecuzione del sequestro preventivo, la gestione della SICILFERT è stata affidata ad un amministratore giudiziario, il quale avrà il compito di sanare - ove possibile - le irregolarità riscontrate onde consentirne - attesa la rilevanza pubblica dell’attività esercitata - il corretto funzionamento.