Manca un anno circa alle amministrative di Marsala, i tavoli per le trattative di una solida alleanza sono tanti.
Si parte dal progetto discontinuo e alternativo all’attuale Amministrazione, guidata da Alberto Di Girolamo, ma non si capisce ancora chi guiderà la coalizione e quanti saranno, di certo c’è che andranno dal lato opposto. Non sono i soli a pensarla così, anche dentro lo stesso Partito Democratico cresce la fronda contro Di Girolamo e la sua giunta.
Il sindaco, intanto, sembra intenzionato a ricandidarsi sotto il simbolo del civismo, confermando alcuni assessori in giunta. Alcuni consiglieri comunali di maggioranza hanno già avviato qualche trattativa alla ricerca di uomini e donne da candidare in lista.
In consiglio comunale è il presidente Enzo Sturiano a dire di volere costruire l’alternativa e cercare alleati, non si capisce bene se il presidente di Sala delle Lapidi correrà per la carica di Primo Cittadino o se anche questa volta tirerà la corda fino alla fine per poi soccombere, come nel 2015.
A voler essere determinante per le amministrative marsalesi c'è però un personaggio non marsalese, che vuole estendere anche ai palazzi di via Garibaldi la sua influenza. E' Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, che in accordo con Mimmo Turano, vuol far scendere in campo Andreana Patti, assessore della sua giunta Trapani.
Su questo ci sono stati già degli incontri tra Tranchida, Massimo Grillo e Enzo Sturiano. La Patti non batte ciglio e lascia che sia Tranchida a condurre le trattative. Riusciranno a mettere su una coalizione ampia e trasversale per cucire l’abito del politico alla Patti?
Difficile, Marsala non è Trapani, manca la personalità carismatica che possa accordare tutti, che dirima le polemiche e metta acqua sul fuoco.
Giochi e posizionamenti su uno scacchiere per giocarsi la partita del 2020, Alberto Di Girolamo non è un avversario difficile da battere, la percezione in città è negativa, la giunta di sinistra si è fatta casta l’indomani dell’elezione. Tuttavia, potrebbe ugualmente farcela se dall’altra parte ci sarà una candidatura debole, che magari ripercorre le vie del 2015.
E poi c’è la variabile, mica tanto, Cinque Stelle e Lega.
I due movimenti che crescono a livello nazionale, e che governano, hanno difficoltà ad assestarsi su buone percentuali comunali per il governo di una città.
Se, invece, come si ipotizza da tempo, i due schieramenti stringeranno un accordo e correranno insieme allora la quinta città della Sicilia sarà ad un passo dal diventare giallo-verde.
Al via, dunque, il toto nomi ma di progetti nemmeno l’ombra, manca come sempre l’elemento essenziale: il programma.