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04/03/2019 06:00:00

Gioacchino Veneziano (Uilpa):"A Trapani siamo pochi e non abbiamo strumenti tecnologici"

Gioacchino Veneziano, segretario regionale della UILPA, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria. Cosa è successo, avete scoperto a Trapani un detenuto che aveva quattro telefonini cellullari su per il sedere. Siete in pochi ma c’è solo da fare un plauso comunque per un'operazione del genere.

Quello che è accaduto a Trapani non è altro che la punta dell’icerberg di un problema gravissimo, come l’introduzione di telefoni o di altri materiale non consentito. Da anni reclamiamo un aumento di organico non solo per fruire dei diritti ma per garantire il nostro mandato istituzionale che a volte viene messo da parte proprio perché siamo in pochi e queste cose possono accadere. Devo dire e voglio sfatare questa leggenda metropolitana che vuole che per l’ingresso di questi telefonini, a volte siamo stati incolpati noi agenti di poca attenzione per non dire altro. Invece, succede che anche i detenuti più meritevoli, perché questo detenuto fruiva di un permesso premio concesso da un magistrato di sorveglianza, anziché comportarsi come la legge Gozzini prevede, facendo un percorso di reinserimento, continuava a delinquere. L’introduzione dei telefonini avviene perché c’è un mercato, quattro telefonini non credo li usasse solo lui.

Veneziano, ma tutto questo avviene a rischio della propria vita, si può anche morire?

Assolutamente, è gente pronta a tutto e a fare qualsiasi cosa. Noi vogliamo che l’opinione pubblica e chi non conosce il carcere deve sapere che quando ci sono dei ritrovamenti non è solo colpa di chi non ha visto o qualcuno che non era molto attento. Ci sono diversi strumenti molto complicati nel nostro lavoro.

Una vicenda come questa dei telefonini significa che c’è un’operazione di lucro o per fare qualche favore a qualcuno?

Ci sono delle indagini in corso. La magistratura accerterà i fatti e noi come polizia penitenziaria saremo delegati a fare le indagini ma crediamo che all’interno di un carcere nulla si fa a titolo gratuito, specie quando si tratta di oggetti non consentiti. Io devo dire che l’amministrazione penitenziaria è indietro rispetto alla tecnologia. Noi lavoriamo con le mani, non siamo armati e non abbiamo nessuno strumento che possa aiutarci in queste situazioni.

Veneziano sta dicendo che all’interno del carcere i detenuti si aggiornano, con la tecnologia, l’innovazione, e voi siete più indietro? 

Assolutamente sì. Non si possono fare proclami come se fossimo diecimila, noi a Trapani siamo circa 100 persone in meno. Si è aperto un nuovo padiglione e noi da 324 detenuti che potevamo contenere oggi abbiamo 560 detenuti. In totale siamo 220 poliziotti divisi per quattro turni, di cui 70 sono negli uffici. Io dico che l’opinione pubblica dovrebbe fare un plauso alla polizia penitenziaria. Addirittura di mattina due agenti di polizia penitenziaria controllano 90 detenuti. Non sono tutti che lavorano nei reparti detentivi. La Uil ha chiesto di buttare giù quelle mura. La gente sa quello che accade. Noi usciamo la mattina, e andiamo a lavorare per garantire l'ordine, la sicurezza e il trattamento dei detenuti. Nonostante le tante unità in meno, riusciamo con grandi sacrifici, anche se il personale non gode di tutti i diritti avendo anche arretrati degli straordinari e tutte quelle garanzie che ogni lavoratore dovrebbe avere. Purtroppo queste condizioni si sono aggravate. Bonafede si mette il giubbotto della Polizia Penitenziaria, speriamo se lo tolga e ci faccia avere uomini e soldi come hanno promesso in campagna elettorale.