Vincenzo Abbruscato assessore al Comune di Trapani, parliamo di calcio, qualche giorno fa c’è stata la cessione del Trapani Calcio. I tifosi specie sui social si sono scatenati con le critiche, esprimendo le perplessità sulla nuova proprietà e sul futuro della squadra. Secondo lei che ha la delega allo Sport che cosa ci dobbiamo aspettare?
Noi abbiamo sempre mantenuto un profilo che ritengo giusto e corretto. L’istituzione cittadina non può interferire sulle vicende economiche di una società di calcio. L’interesse generale però che crea la passione per il calcio nella città, che coinvolge appunto tutti i nostri cittadini, fa in modo che noi, anche in questo caso, siamo stati presenti e ci abbiamo messo la faccia e impegno nel trovare delle soluzioni. E lo abbiamo fatto subito quando a fine giugno dell’anno scorso i Morace hanno deciso di vendere.
Perché ci sono queste perplessità su questa nuova società?
Le perplessità sono dovute al comunicato della Lega Calcio. Io non ricordo un comunicato da parte dell’organo ufficiale del calcio che mette in guardia sulla società. Se la Lega dice, attenzione a chi vi mettete dentro, e mette le mani avanti, due sono le cose: o ha una motivazione valida per scriverlo e ci ha azzeccato o il diretto interessato deve chiarire la posizione e per questo abbiamo chiesto un incontro. Noi siamo stati osservatori interessati, non possiamo aiutare economicamente la società ma dare il nostro sostegno istituzionalmente che non è poco.
Il Comune di Trapani è custode della passione e dell’amore che ogni cittadino prova per questa squadra. La preoccupazione dei tifosi è che il Trapani possa fare la stessa fine che hanno fatto l’Avellino e il Matera. Voi come Comune cosa potete fare? Le armi che ha l’assessore allo Sport per aiutare i tifosi trapanesi, quali sono?
Mettiamo in campo quello che possiamo fare. Il confronto è doveroso, non è tardivo, non è inusuale, è inusuale il comunicato della Lega che io definisco inquietante. Dal confronto avremo la situazione più chiara e a quel punto saremo ad un bivio. O c’è una smentita netta e chiara delle ombre di cui si dice o è vero e allora non solo il tifoso ma anche il cittadino deve essere preoccupato. Per questo è corretto che l’amministrazione ci sia. Il sottoscritto assieme al sindaco ci mette la faccia e stiamo facendo solo quello che ci spetta fare: vigilare. L’ingerenza è vietata dalla legge, possiamo solo vigilare.
Assessore Enzo Abbruscato, in base a ciò che è venuto fuori dall’operazione “Scrigno”, il cittadino deve ancora credere nella politica?
Assolutamente sì, anzì, queste sono le occasioni in cui il cittadino può fare delle valutazioni, al di là del "te l’aspettavi o meno". Ognuno di noi farà il proprio ragionamento, non siamo tutti uguali. Non è che se vai a cena fuori e dopo stai male, non vai più a cena fuori e non vai più in quel ristorante. Se compri un’auto che dopo due mesi non va più, vuol dire che non andrai più in quel negoziante.
Enzo Abbruscato, assessore della Giunta Tranchida, Paolo Ruggirello faceva parte della coalizione che ha sostenuto questa amministrazione. Molti, oggi, sui social, prendono le distanze da Ruggirello. Anche lei, oppure si sente di dire qualcosa di diverso?
Una cosa è d’obbligo, ho tale fiducia nella magistratura da sempre e credo nella responsabilità degli atti che vengono disposti che, se tutta la vicenda verrà confermata, diremo che hanno perso tempo. Il cittadino va aiutato nelle scelte che fa. Vediamo come procede la cosa. Qui non stiamo parlando di compravendita di voti, ma di un sistema acclarato che fa male, non solo al cittadino, ma anche a chi fa politica.
Abbruscato in questa vicenda viene fuori che è il politico che va a cercare il mafioso.
Questo non è solo imbarazzante ma è uno spaccato della nostra società. Quando sento queste voci, quando sento qualcuno dire che le fasce meno abbienti aspettano le elezioni per fare qualche soldo, se accetti il passaggio di denaro da una persona, poi è normale che questa persona non ti deve niente perché ti ha comprato e se ti compra in quell’occasione, hai perso la dignità di arrabbiarti o di indignarti, se poi le cose non vanno bene. Il cittadino ti deve votare perché ha fiducia e non perché lo hai comprato.