Il gup Riccardo Alcamo ha inflitto 11 anni di carcere al 38enne tunisino Mohamed Ben Mariem, che la sera del 9 gennaio 2018, in piazza Cavour, a Pantelleria, uccise a coltellate il 48enne Maurizio Fontana.
Ma Ben Mariem avrebbe reagito ad un’aggressione. E per questo motivo, il giudice gli ha concesso l’attenuante della provocazione. Fontana, infatti, deceduto qualche ora dopo al pronto soccorso dell’ospedale “Nagar”, lo avrebbe prima colpito in testa con una bottiglia di vetro. Per questo motivo, il pm Antonella Trainito aveva modificato l’accusa di omicidio volontario in eccesso colposo di legittima difesa, invocando una condanna a due anni di carcere. A difendere l’imputato è stato l’avvocato difensore Alessandro Casano, che al termine della sua arringa aveva chiesto l’assoluzione, affermando che Ben Mariem aveva agito per legittima difesa. Ed è stato proprio grazie al legale se è stata fatta maggiore luce sulla dinamica del fatto di sangue. L’avvocato Casano, infatti, dopo l’arresto operato dai carabinieri qualche ora dopo le coltellate, chiese ulteriori accertamenti investigativi. Poi, esperiti su richiesta del pm Trainito dal Ris di Messina, che ha accertato che il sangue trovato sul berretto e sui vestiti di Ben Mariem era il suo. Non quello di Fontana. E che, inoltre, sul copricapo del tunisino c’erano frammenti di vetro, nonché filamenti dello stesso berretto sul vetro che era a terra. Ciò ha confermato la versione del nordafricano, in carcere già da oltre un anno, che ha detto di avere reagito dopo essere stato colpito in testa con una bottiglia di vetro. Per il giudice Alcamo, però, si è trattato di omicidio volontario. Cinque furono le coltellate sferrate al 48enne pantesco. Solo due, però, una al petto e l’altra sotto un’ascella, quelle mortali. Ben Mariem è stato anche condannato a pagare 100 mila euro come risarcimento danni ai familiari di Fontana, che si sono costituiti parte civile.