Il sequestro de L’Oasi (ne abbiamo parlato qui), il resort turistico di Selinunte, è riconducibile a due nuclei familiari: quello dei coniugi Paolo Ettore Masella Ippolito e Claudia Ancona e quello di Giovanni Ligambi.
Tutto sequestrato.
Appartamenti, piscine, campi da tennis, sale congressi, centro massaggi… E poi ci sono le quote sociali delle società, un’ agenzia di viaggi, svariati beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie.
Le indagini erano state avviate nel 2018, anche se i componenti dei due nuclei familiari erano stati già denunciati diversi anni prima dai finanzieri castelvetranesi per truffa aggravata all’Inps e all’Unione Europea, dal 2007 al 2009: “emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”: oltre 6 milioni di finanziamenti pubblici.
Lo schema truffaldino - scrivono i finanzieri - era collaudato e pluriennale, vedendo da una parte Paolo Ettore Masella Ippolito e Claudia Ancona che, utilizzando società “cartiere”, evadevano le imposte e sviavano i finanziamenti pubblici a fondo perduto destinati alla riqualificazione della
struttura alberghiera.
Dall’altra parte, invece c’era il nucleo familiare di Giovanni Ligambi che, attraverso queste cartiere, organizzava le truffe per il “conseguimento indebito delle indennità di disoccupazione, erogate in
favore di oltre 900 finti lavoratori, residenti nella Valle del Belice ed anch’essi denunciati per
truffa”.
Un sistema di truffa, in realtà più allargato, che gli inquirenti definirono “raffinato” e che potete trovare descritto in questo approfondimento.
La struttura, che rappresenta una delle realtà turistiche più grandi del territorio, è stata affidata ad un amministratore giudiziario dopo il sequestro ad opera del Tribunale di Trapani, su proposta della procura di Marsala.
I finanzieri di Castelvetrano avevano infatti appurato una sproporzione tra i redditi percepiti ed il patrimonio che i due nuclei familiari avevano accumulato negli anni. Oltre a rilevare come tanti lavoratori, dopo essere stati assunti a tempo determinato, venivano licenziati con un sistema che il Ligambi utilizzava anche in altri ambiti e che ritroviamo nell’operazione Eden 2 del 2014 quando, con singolari equilibrismi operati con l’Ediltupina, arriverà a contare 141 dipendenti, compresi i fratelli Cacioppo (arrestati per mafia nella stessa operazione). Doveva dare loro dei soldi e quello era un modo per restituirglieli (ne avevamo parlato qui).
Egidio Morici