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15/08/2019 06:00:00

Beatrice, morta a 5 mesi per un intervento andato male. La madre: “Vogliamo giustizia"

Non si danno pace Betty Bua e Marco Morici, dopo otto mesi dalla tragica morte della figlia, la piccola Beatrice. Lottano, chiedono giustizia, chiedono che si faccia chiarezza su quello che è successo alla loro bimba e che chi ha sbagliato paghi.


“Beatrice non c’è più, aveva solo 5 mesi e prima dell’intervento sorrideva. Non ci arrenderemo finché chi ha agito con superficialità non pagherà. Ciò che è capitato a lei non deve accadere ad altri bambini”.
La piccola Beatrice il 3 luglio dello scorso anno è stata operata nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina per correggere una malformazione che aveva dalla nascita anche se non dava sintomi. Un intervento che doveva durare 5 ore, ma che poi è durato 12 ore. Beatrice è uscita dalla sala operatoria in fin di vita, non aveva più il sorriso, era martoriata. E' morta due mesi dopo all'ospedale Bambino Gesù di Roma dove venne trasferita d'urgenza. Adesso ci sono due inchieste giudiziarie aperte nei confronti di altrettanti medici. L'indagine di Messina però è vicina all'archiviazione, nonostante ancora non ci siano i risultati dell'autopsia. Da qui nasce la battaglia e l'appello dei genitori, che hanno scritto una lettera al gip di Messina che dovrà decidere se chiudere il caso o meno. Un appello fatto girare anche su Facebook, grazie alla pagina “Beatrice vuole giustizia” che ha quasi un milione di visualizzazioni.

Chiudere l'inchiesta per i genitori sarebbe come “uccidere Beatrice per la seconda volta”.

Beatrice nasce il 2 marzo 2018, è la terza figlia. Le viene diagnosticato già in utero un difetto intraventricolare. Si tratta di una malformazione con la quale si potrebbe sopravvivere fino all'età adulta se tenuta sotto osservazione. Ma c'è un cardiologo dell'ospedale Cervello di Palermo che suggerisce di agire subito.
La bimba viene allora ricoverata il 30 giugno all'ospedale di Taormina dove la famiglia è stata messa in contatto con un cardiochirurgo.
“Il cardiochirurgo — scrive la mamma — ci aveva assicurato di avere la situazione molto chiara, avendo effettuato l’angiotac”.

Ma non sarà così. Nulla andrà bene. Il tre luglio Beatrice entra in sala operatoria. “Esce dopo 12 ore in condizioni pietose, maltrattata, esausta, piena di tubicini che uscivano dal naso, dalla bocca, dalla pancia. Il cardiochirurgo ci dice che l’intervento è stato più complicato del previsto: a Beatrice manca l’arteria polmonare sinistra”.
E ancora, il medico rivela ai genitori: “Signori Morici, purtroppo vi ho omesso che l’angiotac era illeggibile”.

 

 

Monta la rabbia dei genitori che si chiedono perchè operare una bimba senza la certeza della situazione e della. “Perché, non essendo Beatrice in fin di vita, non ripetere l’esame?”.
La piccola Beatrice dopo l'intervento ha un arresto cardiaco che le provoca un'ischemia cerebrale, viene trasferita d'urgenza al Bambino Gesù di Roma. Muore dopo 68 giorni. I genitori fanno denuncia alla procura di Roma, che poi dispone l'autopsia. Quei risultati ancora non sono noti.
A Messina l'altra inchiesta rischia di restare in un vicolo cieco. Il pm Annalisa Arena ha chiesto di arhciviare il caso, i legali della famiglia si sono opposti. Ora sarà il gip a decidere.
Da qui l'appello dei genitori: “Perché il pm fa eseguire una relazione a un medico legale che, su sua stessa ammissione, ha dei limiti nel valutare e non incarica un tecnico specializzato in materia cardiologica, come prevede la legge Gelli? Perché non aspettare gli esiti dell’autopsia?”.
Domande che al momento non trovano risposte, per dei genitori che vogliono sapere la verità, che vogliono giustizia per una bimba strappata via dalle loro braccia troppo presto.