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18/09/2019 06:00:00

Porto di Mazara, i carotaggi costano troppo. I fanghi diventano tutti di "classe A"

 “Le ‘carote’ costano troppo – ci ha confidato Sebastiano Calvo, uno dei due soci fondatori di Biosurvey, nel corso dell’intervista telefonica che Tp24.it ha realizzato, nei giorni scorsi, per avere le ultime notizie in relazione all’escavazione del Porto canale – e siamo stati chiamati con urgenza dal Commissario delegato del Governo per il dissesto Idrogeologico della Regione Sicilia, che ci ha affidato l’incarico: è stato fatto in un attimo questo lavoro".

I ‘carotaggi’ – ha dichiarato Calvo – sarebbero costati un sacco di soldi, perché per fare un ‘carotaggio’ con vibratore bisognava avere un pontone, il carotatore, le ‘carote’ già di per sé costano, poi se uno deve fare i rilievi secondo quello che prevede la norma, si arriverebbe anche a centinaia di campioni con costi che…”.


URGENZA E STRAORDINARIETA’ FANNO RIMA CON LEGALITÀ?
– Eh, già “fare i rilievi secondo quello che prevede la norma” in questo Paese è troppo difficile, lungo, complicato, noioso. Non per niente con i termini ‘straordinario’, ‘urgenza’, ‘rischio dissesto’, la politica italiana ha spesso prodotto più danni che soluzioni, attivando tutta una serie di interventi volti a scavalcare norme e regolamenti che, invece, sono pensati e voluti dal Legislatore per garantire tutti i cittadini e non solo i ‘più furbi’.

SE ‘TRUCCO’ IL TIPO DI INDAGINE SI RISPARMIANO UN SACCO DI SOLDI – “Non ricordo di preciso – risponde Calvo alla domanda relativo al costo della indagine sui fanghi effettuata dalla Biosurvey s.r.l. spin-off scaturita dall’Università di Palermo, in pratica una specie di costola della stessa – mi pare un 30 mila e qualche cosa; dovrebbe chiamare Rossella (la figlia n. d. a.)”. Avete già finito i lavori? “Si – continua Calvo – sono finiti proprio ieri (11 settembre n.d.a.)” C’è una mappa dalla quale risultano i punti di prelievo? “Certo! C’è tutta la carta delle batimetrie, una carta del rilievo ‘multibeam’ (questo tipo di acquisizione, oltre a consentire un notevole risparmio di tempo su grandi aree, permette di conoscere con maggior precisione la reale morfologia del fondale con le rispettive quote batimetriche, ossia le profondità n. d. a.) ove è stato possibile poterlo fare, perché lì si operava dai 70 centimetri fino a quasi tre metri e mezzi e poi c’è pure una carta dei relitti, e delle postazioni dove sono stati effettuati i campionamenti”.

UNA DECINA IN TUTTO I PUNTI DI PRELIEVO – Si ricorda ove erano i punti? “I punti –continua il cofondatore – sono stati concordati insieme a loro (il Commissario n.d.a.) perché era come una verifica, in un certo senso, di quello che era già avvenuto, per cui ci hanno chiesto di fare una decina di punti che abbiamo accorpato poi in aree”. Eh, già, è stata fatta proprio ‘una bella e approfondita verifica’: basti pensare che nel 2014 l’Iamc-Cnr di Capo Granitola ne aveva studiati 325 di punti prelievo, comprensivi di ‘carotaggi’, completamente assenti, invece, in questa indagine. E questo, già, dice molto della qualità voluta e, quindi, commissionata alla ‘Biosurvey’ dal Commissario Croce. Ma andiamo oltre. Domani proseguiremo a raccontare il resto di questa storia che continua a suscitare altri dubbi e perplessità.

Alessandro Accardo Palumbo
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Twitter: @AleAccardoP