La pena a trenta anni di carcere per il boss mafioso Vincenzo Galatolo è stata chiesta oggi, al termine della requisitoria, dal Procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci, nel processo, che si svolge con il rito abbreviato - da qui la richiesta a 30 anni e non dell'ergastolo - per il processo Pizzolungo quater. Galatolo, boss della famiglia dell’Acquasanta di Palermo, è accusato di essere tra i mandanti della strage di Pizzolungo (Erice) che il 2 aprile 1985 uccise Barbara Rizzo e i suoi due figli piccoli. Quel giorno la vittima prescelta era il giudice Carlo Palermo ma per errore moririno la donna e i suoi figli gemelli.
Ad accusare il boss è stata la figlia, Giovanna Galatolo, che collabora con la giustizia, che ha raccontato ai magistrati le reazioni del boss alla notizia trasmessa dai telegiornali. “Quel giudice è un cornuto”, ha riferito di aver sentito dire al padre. Parole confermate da un altro collaboratore, Francesco Onorato. L’ex pm e’ stato riconosciuto tra le parti civili del processo, con gli agenti della sua scorta, Salvatore La Porta e Nino Ruggirello. Il gup è Valentina Baldo.