Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/09/2019 06:00:00

Rifiuti e degrado alle porte della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco

 Una discarica abusiva alle porte della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco. E' stata sequestrata nei giorni scorsi dalla Polizia Municipale di Trapani.


Si tratta di un lotto della zona industriale di Trapani che veniva utilizzato come deposito di rifiuti di ogni tipo. Rifiuti che venivano date alle fiamme sprigionando fumi tossici.

Sulla discarica abusiva era intervenuta più volte la direttrice della Riserva, che è gestita dal WWF, Anna Giordano.
L'ultimo suo intervento una lettera molto dura indirizzata a tutti gli enti “competenti” su quell'area.  Una zona, dicevamo, che si trova a ridosso della delicatissima riserva delle Saline di Trapani e Paceco, che gode di un ecosistema fragile e prezioso, protetto dalle convenzioni europee, e di primaria importanza per le specie animali e vegetali.  Un ecosistema messo in pericolo il 17 febbraio del 2019 quando un incendio nei pressi del Palazzo America, nell'area industriale, con rifiuti di ogni tipo in fiamme, ha causato la diffusione di gigantesche nubi di fumo nero.

 


“La cenere derivante da combustione si deposita spostata dal vento su suoli e acque e se tale cenere è di materiale non biologico, può affliggere negativamente l’area protetta dove, si ricorda, si produce anche sale per uso alimentare” ha segnalato Giordano. La direttrice della Riserva a luglio ha segnalato che 5 mesi dopo quella stessa zona incendiata era nuovamente diventata una discarica, quindi possibile fonte di ulteriore inquinamento. “Dalla mappa dei lotti dell’area IRSAP, tale cumulo di materiale è situato presso la “Centrale di Pompaggio” del depuratore dell’area industriale, non ancora realizzato. Permane pertanto - come è del tutto evidente - una situazione di grave pericolo per la salute pubblica ed ambientale (indiscutibilmente connesse)”.

Quel territorio protetto, denunciava la direttrice del WWF, “è circondato da situazioni di pericolo sotto diversi profili, ripetutamente segnalati, e per quanto la scelta di aree industriali e portuali sia in parte antecedente al plurimo riconoscimento dei valori naturalistici (ZPS, ZSC, RAMSAR, IBA, Riserva Naturale), paesaggistici ed economici (produzione del sale, turismo), del sito, vanno rispettate a prescindere sia le norme vigenti che la salute pubblica direttamente e indirettamente afflitta dall’omesso rispetto delle norme. Ciò può avvenire solo mediante la prevenzione dei rischi, tutti”.

In questo senso Giordano chiedeva con estrema urgenza la verifica dello stato dei luoghi, rimuovendo il materiale depositato e mettendo in sicurezza l'area.


Inoltre chiedeva, tra tutti all'Irsap, di mantenere l'area pulita e decorosa. “Sarebbe inoltre, auspicabile che il perseverante abbandono di rifiuti in aree perimetrali al sito pluri protetto, veda l’intervento autonomo delle amministrazioni competenti e non la puntuale segnalazione di questo Ente Gestore, oltre alla necessità sempre più impellente di posizionare telecamere e/o foto trappole per repressione e deterrenza” suggeriva la direttrice della Riserva.


Una riserva incantevole, enorme, con una biodiversità unica che viene messa in pericolo dalle discariche abusive e dalla fine che fanno. Ora quella discarica è stata sequestrata. Ma senza controlli e telecamere sarà difficile mantenerla pulita