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18/10/2019 14:30:00

Trapani. Mafia, politica e affari: indagini concluse per "Scrigno". Tutti gli indagati

 Concluse le indagini per l'inchiesta "Scrigno", che a Marzo portò ad arresti eccellenti a Trapani sul fronte del rapporto tra mafia, politica e impresa. La Procura antimafia di Palermo ha emesso un avviso di conclusione indagini che riguarda nomi già noti nell'inchiesta e altri che fino ad ora erano solo "citati". 

Gli indagati sono Michele Alcamo, Antonino Buzzitta, Maria Stella Cardella, Pietro Cusenza, Antonino D'Aguanno, Vito D'Angelo, Tommasa Di Genova, Vincenzo Ferrara, Giuseppa Grignani, Vito Gucciardi, Stelica Jacob, Ivana Inferrera, Mario Letizia, Vito Mannina, Alessandro Manuguerra, Luigi Manuguerra, Michele Martines, Franco Orlando, Francesco Paolo Peralta, Giuseppe Piccione, Marcello Pollara, Paolo Ruggirello, Francesco Russo, Leonardo Russo, Carmelo Salerno, Francesco Todaro, Filippo Tosto, Francesco Virga, Pietro Virga.

Tra i nomi indagati nuovi, dei quali finora non si conosceva  il coinvolgimento nel fascicolo della Procura, spiccano Alessandro Manuguerra, consigliere comunale ad Erice, e il padre Luigi, nonché Vito Mannina, padre della consigliera Simona. Per loro l'accusa è quella di voto di scambio politico - mafioso. Per la Procura Vito Mannina, ha accettato la promessa di voti per la candidatura sua al consiglio comunale di Trapani e di sua figla, al consiglio comunale di Erice, da parte di Pietro Virga e Pietro Cusenza, entrambi associati mafiosi. Per l'elezione della figlia ha promesso 5.000 euro. 

I Manuguerra, invece, avrebbero chiesto voti a Franco Orlando, anche lui partecipe dell'associazione mafiosa e pregiudicato di mafia. Luigi Manuguerra avrebbe promesso, secondo l'accusa, 10.000 euro a Franco Orlando per sostenere elettoralmente il figlio Alessandro, sempre con riferimento alle elezioni di Erice del 2017. 

L'operazione Scrigno fu condotta dai carabinieri con 25 ordini di custodia cautelare per 25 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Secondo gli investigatori tale operazione ha permesso di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo per i quali, è stato disposto il regime carcerario del 41 bis, e di colpire le famiglie di Paceco, Marsala e, per la prima volta, un'articolazione operativa di Cosa Nostra sull'isola Favignana.
Per gli inquirenti, le indagini hanno accertato "pressanti interferenze dell'organizzazione mafiosa nelle diverse competizioni elettorali". L'uomo avrebbe fornito "ogni genere di assistenza agli associati del mandamento di Trapani, assicurando riservatezza agli incontri organizzati sull'isola e occupandosi di atti di intimidazione per garantire gli interessi imprenditoriali dell'associazione criminale".