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19/10/2019 06:00:00

Mafia e politica a Trapani. Ecco perchè Manuguerra e Mannina sono indagati

“Siamo vittime, non abbiamo fatto nulla”. Così parlava Luigi Manuguerra lo scorso marzo, nelle ore successive agli arresti per l’operazione antimafia “Scrigno” che ha messo sottosopra la provincia di Trapani con 25 arresti, tra cui quello dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello.

Diceva così Manuguerra, negavano anche i Mannina, davanti ai fatti che piano piano emergevano sull’aiuto che avrebbero dato i mafiosi di Trapani nella campagna elettorale. Adesso anche loro hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini dell’operazione “Scrigno”, atto che anticipa solitamente la richiesta di rinvio a giudizio.

Indagati sono Alessandro Manuguerra, consigliere comunale ad Erice, e il padre Luigi, nonché Vito Mannina, padre della consigliera Simona. Per loro l'accusa è quella di voto di scambio politico - mafioso. Per la Procura Vito Mannina, avrebbe accettato la promessa di voti per la candidatura sua al consiglio comunale di Trapani, e di sua figlia, al consiglio comunale di Erice, da parte di Pietro Virga e Pietro Cusenza, entrambi associati mafiosi. Per l'elezione della figlia l’architetto Mannina avrebbe promesso 5.000 euro.
I Manuguerra, invece, avrebbero chiesto voti a Franco Orlando, anche lui partecipe dell'associazione mafiosa e pregiudicato di mafia. Luigi Manuguerra avrebbe promesso, secondo l'accusa, 10.000 euro a Orlando per sostenere elettoralmente il figlio Alessandro, sempre con riferimento alle elezioni di Erice del 2017.

Alessandro Manuguerra ha già nominato il difensore di fiducia, e si dice sereno: "Già lunedì potrò vedere cosa è contenuto nel fascicolo di indagine - dichiara - e potrò fare le mie opportune considerazioni".


Leggendo le carte dell’inchiesta sono diverse le circostanze in cui vengono fuori i nomi dei Mannina e dei Manuguerra, che nell’operazione di sette mesi fa erano solo citati, non indagati.

Ad inguaiare Luigi Manuguerra è, tra le altre cose, il rapporto con Franco Orlando. Nell’ordinanza infatti si legge che Luigi Manuguerra con il figlio Alessandro avrebbero incontrato Orlando nel suo bar "per pianificare la loro campagna elettorale".
Il dialogo viene intercettato, con Manuguerra senior che avrebbe chiesto ad Orlando di parlare con Francesco Virga per racimolare consensi. "parlane tu con Franco prendiamo un po' di voti tu ad Erice che hai...Ma tu che sei un grande organizzatore che dici Diego (Giuseppe Diego Pipitone ndr) c'è la possibilità che passa con noi fra quindici giorni? O vince... la natura testarda dell'uomo o è l'influenza esterna che ci sono…".


Manuguerra è conosciuto da tutti come “il mago”. In un’intercettazione Virga e Orlando parlano di lui e aggiungono un altro appellativo: "quel carabiniere del mago". A Franco Orlando l’atteggiamento di Luigi Manuguerra non piaceva molto: "Io ti ho detto sempre da quanto tu... parli un poco assai e c'è chi ne risente".

L’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche sull’elezione, al consiglio comunale, nel 2017, di Simona Mannina. La consigliera inizialmente eletta nelle fila del Pd, a sostegno della sindaca Daniela Toscano, poi è subito passata all’opposizione. E i rapporti con la sindaca non sono per nulla cordiali. Simona Mannina non è indagata. Ma l’avviso di conclusione delle indagini ricevuto dal padre Vito riguardano non solo la candidatura di quest’ultimo al consiglio comunale di Trapani nel 2017 (poi andata in fumo per il commissariamento del Comune dopo le inchieste per mafia), ma anche quella, andata a buonfine, della figlia Simona.


Vito Mannina si sarebbe avvalso della collaborazione di Pietro Cusenza, ma soprattutto di Francesco Virga, il boss con la passione per la politica. I carabinieri del Ros ascoltano i due conversare con Mannina che chiedeva “Che faccio ti lascio qualche fac-simile.. qualche cosa oh…”. E Virga che rispondeva: “Ma lei lo sa… anche se non me li lasci è lo stesso…”.

Della candidatura di Simona Mannina si sarebbe interessato anche Pietro Cusenza. A giochi fatti, ad elezione ottenuta, Cusenza commenta così: “quando ho fatto salire la figlia di Vito Mannina a me, sua figlia mi ha abbracciato e si è messa a piangere, e mi ha detto Se non era per te io non avevo dove andare, dico sono belle soddisfazioni".

E’ un’inchiesta piena di nomi importanti “Scrigno”, della quale ne sentiremo sicuramente parlare con le ormai prossime richieste di rinvio a giudizio che arriveranno. Come abbiamo detto sono 29 le persone indagate nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dai Pm della Procura Antimafia di Palermo, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo.


Oltre ai Manuguerra, padre e figlio, e Vito Mannina, accusati di scambio elettorale politico mafioso, spiccano altri nomi. C’è l’ex assessore trapanese Ivana Inferrera e il marito Ninni D’Aguanno, l’ex deputato regionale, attualmente in carcere, Paolo Ruggirello, Francesco Todaro.
Oltre ad esponenti di spicco della consorteria mafiosa. I fratelli Pietro e Franco Virga, figli del capomafia Vincenzo, Franco Orlando, Vito D’Angelo, Vito Gucciardi. Gli altri indagati sono Michele Alcamo, Antonino Buzzitta, Maria Stella Cardella, Pietro Cusenza, Vito D'Angelo, Tommasa Di Genova, Vincenzo Ferrara, Giuseppa Grignani, Stelica Jacob, Mario Letizia, Michele Martines, Francesco Paolo Peralta, Giuseppe Piccione, Marcello Pollara, Francesco Russo, Leonardo Russo, Carmelo Salerno, Filippo Tosto.