Si è svolta mercoledì mattina davanti al tribunale di Trapani, l’udienza del processo a carico dell'alcamese Pasquale Perricone, ex vicesindaco della città e Maria Lucia Perricone, Marianna Cottone ed Emanuele Asta. I quattro sono coinvolti nell’inchiesta “Affari sporchi” del 2016, condotta dalla procura di Trapani e sono accusati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa allo Stato e alla UE e corruzione.
Davanti al collegio dei giudici del Tribunale sono stati chiamati a testimoniare cinque persone chiamati dalla difesa di Emanuele Asta funzionario del Centro per l’impiego di Alcamo, e coimputato nel processo.
Come prima testimone è stata sentita la signora Daniela Trovato, dipendente del Comune di Alcamo, la quale nel 2012 si occupava di acquisire le istanze sull’utilizzo delle sale del Centro Congressi Marconi di Alcamo.
Antonella Ruisi, moglie di Emanuele Asta, alla quale è stato chiesto dal legale di quest’ultimo se ha mai lavorato per la Promosud. Poi sono stati sentiti due colleghi del funzionario del Centro dell’impiego di Alcamo, Antonino Crimi e Francesca Asta, i quali hanno spiegato i loro compiti in merito ai corsi della formazione professionale.
Per l’accusa, Perricone avrebbe ottenuto il pagamento delle somme richieste all’Assessorato Regionale grazie all'aiuto di Emanuele Asta, quale direttore del Centro per l’impiego di Alcamo. Avrebbe avvertito i suoi sodali delle date in cui sarebbero avvenuti i controlli per sistemare i registri e assicurare la presenza di docenti ed allievi dei corsi. Il funzionario avrebbe chuso più di un occhio nelle irregolarità dei registri e avrebbe fornito consigli su come aggirare le norme e vanificare le ispezioni dei Centri per l’impiego.