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21/10/2019 06:00:00

L'antiracket di Marsala. Cancellata dal Prefetto, ma vuole costituirsi parte civile...

E’ stata cancellata dall’albo prefettizio, eppure continua a presentarsi ai processi per farsi ammettere “parte civile”.


E’ la farsa continua dell’associazione antiracket di Marsala e del suo dominus, l’avvocato Peppe Gandolfo. L’associazione “La verità vive onlus” è diventata famosa in tutta Italia per la sua attività concentrata sulla costituzione di parte civile nei processi di mafia, per ottenere lauti risarcimenti, piuttosto che per una vera attività di contrasto e di assistenza alle vittime di racket. 


Ebbene, nonostante la cancellazione, su decreto del prefetto, dall’elenco prefettizio, nonostante le tante stranezze sollevate in questi anni da Tp24, nonostante la stampa nazionale e Le Iene, l’associazione eterodiretta da Peppe Gandolfo continua a tentare di inserirsi nei processi per ottenere risarcimenti danni, anche se non c'azzecca nulla con quei fatti.
L’ultimo tentativo è stato fatto nel processo, infinito, sull’ex senatore Antonio d’Alì.

Salvatore Cuffaro, l'ex presidente della Regione siciliana, è stato sentito, come teste durante l'ultima udienza al processo d'appello nei confronti dell'ex senatore di Forza Italia Antonio D'Alì, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Ma quello che ha meravigliato tutti è quanto è successo prima, nella penultima udienza.

Il processo si celebra, col rito abbreviato, davanti alla Terza sezione della Corte di appello, presieduta da Antonino Napoli. Il processo a D'Alì va avanti da anni, una storia infinita. La Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado, rinviando il procedimento alla Corte d'appello. In primo e secondo grado D'Alì fu assolto per le contestazioni successive al 1994, mentre vennero dichiarati prescritti i reati a lui imputati nel periodo antecedente a quella data.

Durante la penultima udienza ecco che viene sollevato il caso dell'associazione antiracket di Marsala.

Perchè? Anche in questo processo il collezionatore di parti civile, l'avvocato Gandolfo, ha chiesto di costituirsi parte civile per conto dell'associazione. Sono stati gli avvocati di D’Alì a far notare al giudice l’inopportuna richiesta dell’avvocato Gandolfo per conto dell’associazione Antiracket, di costituirsi parte civile. Inopportuna e assurda, visto che il Prefetto, come abbiamo scritto su Tp24, ha cancellato la verità vive Onlus dall'elenco delle associazioni antiracket. 

E' stata Arianna Rallo, legale di d’Alì, e poi anche il giudice, a chiedere in aula all’avvocato Gandolfo di chiarire la posizione dell'associazione che rappresentava. Gandolfo ha tentato di difendersi, di sminuire la portata della cancellazione dagli elenchi prefettizi.


Gandolfo, nell’imbarazzo generale, ha preso parola in aula dicendo che le prefetture adesso vogliono “che si accompagnino fisicamente i soggetti estorti presso le forze dell’ordine per le denunce, per questo motivo si è proceduto alla cancellazione da questo albo speciale di associazioni antiracket”. Gandolfo in aula ha detto che recentemente hanno acompagnato qualcuno alla denuncia per estorsione. E in questo senso c’è molta curiosità nel conoscere quale sia il caso. Anche perchè, come si legge nel decreto del Prefetto con cui si cancella l’associazione di Gandolfo, l’unica attività di questo genere potrebbe essere quella del 2013, quando Gandolfo ha assistito in qualità di legale due signori, all'atto della presentazione della denuncia per usura nei confronti di istituti di credito presso i quali avevano rapporti finanziari “non risultando tuttavia che lo stesso abbia fatto menzione all'associazione”. Insomma, Gandolfo ha assistito usurati, contro istituti di credito, ma non contro organizzazioni criminali, e soprattutto non l'ha fatto per conto dell'associazione antiracket.


Resta comunque la singolarità del caso dell’associazione antiracket di Marsala,
dell’avvocato Gandolfo, che nonostante la cancellazione dall'albo prefettizio, nonostante le polemiche, nonostante la totale inattività sul fronta antimafia ormai smascherato, continuano a fare come se nulla fosse, il tutto alla ricerca di facili risarcimenti danni e di facili parcelle.
Qui tutta la storia dell’associazione antiracket.