Ha cominciato a parlare, a dire ai pm quello che sa del rapporto tra mafia e politica a Trapani, Pietro Cusenza, uno dei 29 indagati dell'operazione antimafia "Scrigno", che tra gli altri portò in carcere, a marzo, l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello.
Cusenza è accusato di aver gestito con altre persone ritenute vicine a cosa nostra la ricerca di voti per conto di alcuni candidati alle elezioni a Trapani.
E infatti Cusenza ha parlato anche delle elezioni comunali del 2017 a Trapani ed Erice e dei voti che avrebbe cercato per Simona Mannina, poi eletta consigliere comunale ad Erice: “Ho raccolto voti per la candidata Mannina Simona e il padre Mannina Vito. Quest'ultimo mi disse se poteva rivolgersi a Pietro Virga per raccogliere voti, ma gli consigliai di non farlo. Non ho mai preso soldi da loro.”
C'è un'intercettazione in cui Cusenza dice, dopo le elezioni, a giochi fatti: “quando ho fatto salire la figlia di Vito Mannina a me, sua figlia mi ha abbracciato e si è messa a piangere, e mi ha detto Se non era per te io non avevo dove andare, dico sono belle soddisfazioni".
Cusenza non può dirsi collaboratore di giustizia, in questa fase, ma solo "dichiarante". Nel suo interrogatorio ha messo a verbale anche il patto stipulato tra Paolo Ruggirello e i fratelli Virga. “So che Virga ha stipulato un accordo con il candidato Paolo Ruggirello che prevedeva il pagamento in più tranches di 50 mila euro oltre a futuri lavori da affidare sempre a Vito. Ho messo direttamente in contatto Paolo Ruggirello con Pietro Virga, tramite Carmelo Salerno". “La prima rata pari a 20 mila euro fu consegnata effettivamente da Ruggirello. Fu Salerno a consegnarmi la somma in una busta, trattenendo per sé 5 mila euro. Io consegnai la somma a Virga che non gradì l'iniziativa di Salerno”.