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25/10/2019 06:00:00

La Corte Costituzionale e l'ergastolo ai mafiosi. Domande e risposte

La sentenza è arrivata in merito a due questioni di costituzionalità sollevate dalla Corte di cassazione e dal Tribunale di sorveglianza di Perugia, in merito a due condannati per mafia all’ergastolo ostativo a cui venivano negati anche i permessi premio.

La sentenza riguarda quindi solo la parte dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario sui permessi premio. La Corte Costituzionale ha abolito l'ergastolo per i mafiosi? E quindi, che succede? Usciranno tutti di galera? Cosa sta succedendo. Cerchiamo, come nel nostro stile, di spiegare per bene cosa è successo. 

Quanti condannati all'ergastolo "ostativo" ci sono in Italia?

Più di 1000. 

Perchè non possono uscire dal carcere, magari per un permesso?

Sono esclusi da permessi premio e altri benefici a causa della mancata collaborazione con i magistrati. Lo prevede la legge: niente premi o permessi se non collabori. E' una decisione presa dopo le stragi del '92, come incentivo al pentimento per combattere la mafia. 

E la Corte Costituzionale cosa ha deciso per loro?

La Corte ha deciso che incostuzionale proprio questo ’automatismo tra mancata collaborazione con i magistrati e impossibilità di accedere ai permessi premio per uscire di prigione qualche ora o qualche giorno.

E quindi, che succede?

Che di volta in volta, adesso, sarò il giudice del Tribunale di Sorveglianza a valutare la richiesta.

Come si è arrivati a questa decisione?

La sentenza è arrivata in merito a due questioni di costituzionalità sollevate dalla Corte di cassazione e dal Tribunale di sorveglianza di Perugia, in merito a due condannati per mafia all’ergastolo ostativo a cui venivano negati anche i permessi premio. La sentenza riguarda quindi solo la parte dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario sui permessi premio.

Perchè la Corte Costituzionale ha deciso così?

E' stata una decisione sofferta, presa a maggioranza, per un solo voto di scarto su 15 giudici della Corte. Alla fine ha prevalso però l’idea che il silenzio con i magistrati (che può derivare da ragioni diverse dal continuare ad essere un affiliato ai clan) non possa essere l’unico indice per valutare la presunta pericolosità sociale del condannato.

Ho sentito dire che sulla vicenda è intervenuta anche la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo.

Si. All’inizio di ottobre anche la Corte europea per i diritti dell’uomo aveva stabilito che negare dei benefici a prescindere di un detenuto, solo in base al tipo di reati a cui è stato condannato, costituiva una violazione.

Quindi i mafiosi, anche se hanno fatto diversi omicidi, potranno uscire di galera molto più facilmente.

Ma quando mai. La Corte Costituzionale ha anche stabilito che non vale quell'automatismo, certo, ma il giudice deve verificare  la «piena prova di partecipazione» al percorso rieducativo durante la detenzione; l’acquisizione di elementi concreti per escludere «l’attualità della partecipazione all’associazione criminale»; la mancanza del «pericolo del ripristino» di quei collegamenti.

Ci sono mafiosi eccellenti in carcere che grazie a questa decisione potrebbero uscire per un permesso premio?

Sono numerosi i condannati che potranno fare ricorso: dal boss Leoluca Bagarella a Giovanni Riina, da Francesco «Sandokan» Schiavone fino a Michele Zagaria. Tuttavia per ottenere permessi si dovrà dimostrare che il condannato non ha più alcun legame con le cosche. Giovanni Maria Flick, giurista, ex ministro della Giustizia e presidente della Corte costituzionale dal 2008 al 2009 ha dichiarato:  «Alla luce di ciò, ritengo non ci sia il pericolo di frotte di mafiosi che si riversano nelle strade»

In sintesi, se volessi raccontarlo a cena, cosa è successo, cosa devo dire?

Anche i mafiosi all'ergastolo potranno accedere ai permessi premio, pure se non collaborano con la giustizia, ma a condizione che sia provato che abbiano reciso i loro legami con la criminalità organizzata e purché sia dimostrata la loro partecipazione al percorso rieducativo. La loro pericolosità non sarà più presunta dalla legge, ma andrà verificata, caso per caso, dai magistrati di sorveglianza, come avviene per tutti gli altri detenuti.

Quali sono state le reazioni alla decisione della Corte?

Come sempre, emotive, e molto di pancia. Eccone alcune:

Il segretario della Lega,  Salvini: la sentenza sui permessi premio agli ergastolani  'è devastante e cercheremo di smontarla con ogni mezzo legalmente possibile'. 'Mi permetto di aggiungere - dice ancora il leader della Lega - che è una sentenza diseducativa e disgustosa'.

Per l'associazione 'Nessuno tocchi Caino' la decisione della Corte Costituzionale "apre una breccia nel muro di cinta del fine pena mai".

Per il presidente dell'Unione camere penali, Caiazza: la sentenza è 'una spallata all'ergastolo ostativo, una decisione che cancella un principio orrendo, quello del carcere senza nessuna speranza. E non intacca in nessun modo la nostra sicurezza, il diritto dei cittadini ad essere protetti dalla criminalità pericolosa'.

Sebastiano Ardita, a lungo magistrato antimafia: dopo la sentenza della Consulta 'sta al Parlamento mantenere fermo il sistema della prevenzione antimafia e fare la propria parte per impedire che quella che dovrebbe essere una eccezione diventi una regola che va a beneficio di personaggi capaci di riorganizzare Cosa nostra e non rivolta a chi - in base a prove certe - sta fuori dalla organizzazione. Dovremo aspettarci una prevedibile pressione delle organizzazioni mafiose sulla Magistratura di sorveglianza'