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31/10/2019 07:40:00

Mafia: la storia, gli uomini e le dinamiche del mandamento di Trapani

Continuiamo anche oggi il nostro approfondimento sulla mafia in provincia di Trapani alla luce delle ultime indagini (qui potete leggere la prima parte).

Oggi ci occupiamo della famiglia mafiosa di Trapani e degli uomini che l'hanno caratterizzata.  Storicamente, fino alla presa del potere dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano, aveva sempre avuto un ruolo di vertice e riferimento in tutta la provincia.

Con la guerra di mafia dei primi anni ’90 però cambiano gli equilibri in seno a Cosa nostra trapanese e gli interessi dei vertici della cupola si spostano su Mazara, il cui mandamento è guidato da Mariano Agate, con Riina che trascorre qui gran parte della sua latitanza, e sul mandamento di Castelvetrano, guidato da Ciccio Messina Denaro, padre del super latitante Matteo Messina Denaro.

I corleonesi sistemano gli uomini di loro fiducia nelle varie famiglie e mandamenti e a Trapani la scelta cade su Vincenzo Virga che venne arrestato nel 2001 dopo otto anni di latitanza. Oggi è rinchiuso nel carcere di Opera dove sconta il regime del carcere duro. Tra le diverse condanne cui è stato condannato Virga ci sono quelle per gli omicidi del giudice Alberto Giacomelli, la gente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto e il giornalista e sociologo Mauro Rostagno.

Prima di darsi alla latitanza Virga inserisce i figli Francesco e Pietro, poco più che ventenni nei suoi affari e in particolar modo nella gestione occulta della Calcestruzzi Ericina. Dopo l’arresto del padre sono i due fratelli, infatti,  che si alternano alla guida del mandamento, prima Francesco Virga, poi Pietro. Il primo è coinvolto nell’operazione R.I.N.O. 1 del 1996, ma è nella seconda fase della stessa operazione che si accerta il suo ruolo all’interno del mandamento in cui rappresenta il punto di contatto tra i vari affiliati.

A conferma del ruolo di Francesco Virga all’interno di Cosa nostra ci sono stati negli anni diversi collaboratori di giustizia tra i quali Vincenzo Sinacori che ha dimostrato che, non solo era affiliato alla famiglia mafiosa ma di essere il vicario del padre durante la sua latitanza e in grado di poter dare diversi compiti da affidare agli altri mafiosi.

Sinacori completa il quadro dicendo che è stato lui stesso a combinare Francesco Virga come uomo d’onore e che l’iniziazione avvenne a casa di Franco Orlando. Proprio quest’ultimo, come i Virga, è già condannato con sentenza definitiva a nove anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Orlando fu arrestato nell’operazione Halloween nell’ottobre del 1997. Anche per lui, come per i fratelli Virga, c’è la testimonianza di Sinacori che lo indica come “uomo d’onore” della famiglia trapanese. In passato Orlando è stato anche consigliere comunale per il PSI. Orlando per anni è stato macellaio nella zona di Dattilo, dove vive e in seguito ha avviato il bar Efri nella zona del Madonna di Trapani, considerata centro nevralgico del potere mafioso a Trapani, un tempo retto dai Minore fino agli anni ’80 quando poi vennero spodestati da Riina a vantaggio dei Virga.

Altro storico uomo d’onore della famiglia mafiosa di Trapani è l’anziano Antonino Buzzitta, condannato in seguito all’operazione Petrov del 1994, nella quale Vincenzo Virgà riuscì a fuggire, iniziando così la sua latitanza. Buzzitta per la sua lunga carriera all’intero di Cosa nostra fu accertato che nel 1996 quando i vertici della mandamento finirono tutti in carcere, fu lui con la funzione di "consigliere" il più alto in grado a rimanere libero.

E altro uomo di fiducia dei Virga, un luogotenente tra i più importanti, è Francesco Peralta. L’uomo che accompagna Francesco Virga negli incontri più importanti con gli altri mafiosi o addirittura si sostituisce ad esso. Per capire come la figura di Peralta sia stata così stretta con i Virga e abbia avuto la loro totale fiducia, basta dire che quel rapporto tra i Virga e Peralta discende da quello avuto in passato dai rispettivi genitori.

Giovanni Peralta, già condannato per associazione a delinquere, ha lavorato per anni alla Calcestruzzi Ericina, quando era gestista da Virga, e già nel 1979 Peralta fu denunciato e ritenuto autore con altri tre complici di furto aggravato, associazione a delinquere, omicidio e occultamento di cadavere. Continua...