Più del 90% delle scuole che si trovano in Sicilia, nel 2018, non è stato sottoposto alla verifica del rischio di vulnerabilità sismica previsto dalla legge. L’allarme lanciato dal movimento “Si resti arrinesci”
In Sicilia più del 90% delle scuole non sono in regola con le verifiche relative al rischio sismico. A riportare la questione all’attenzione dei social ci ha pensato la pagina Facebook “Si resti Arrinesci”, la pagina del movimento che nasce dalla volontà di impegnarsi attivamente per fare in modo di arrestare una delle tristi realtà, una delle emorragie, che oggi sta devastando la Sicilia: quella dell’emigrazione giovanile. I giovani siciliani sono emigrati a migliaia, in questi ultimi anni, per andare in cerca di un futuro migliore altrove. Lontano da una terra che non offre un futuro o che troppo spesso lo offre soltanto agli amici degli amici.
Ma se oggi è così, chi ha detto che debba essere per forza sempre così? Chi ha detto che la Sicilia non possa diventare un punto di ritorno, un luogo virtuoso da cui far partire tutto e non semplicemente una posizione geografica da lasciare? Per “Si resti arrinesci” (“Se rimani riesci”, in italiano) questo è possibile. È possibile ripartendo dai cittadini stessi, dai siciliani, facendo in modo di costruire le condizioni che possano permettere, a chi sceglie di non farlo, di non andare via. Uno dei punti di partenza per invertire la tendenza in atto è proprio quello di lavorare- per migliorarle- sulle strutture scolastiche presenti sul territorio siciliano. La scuola è quel nucleo fondamentale che, insieme all’azione educativa svolta dalla famiglia, forma l’individuo del domani e lo prepara alla vita. Ne consegue che gli edifici scolastici debbano essere luoghi sicuri, sui quali si debba intervenire regolarmente adottando misure e interventi previsti dalla legge. Ma andando a indagare si scopre che in Sicilia le cose non funzionano così.
Scuole non sicure dal punto di vista sismico in Sicilia, il grafico presentato da “Si resti arrinesci”
Il grafico che viene portato all’attenzione da “Si resti arrinesci” mostra una Sicilia colorata con diversi colori in base ai livelli di rischio sismico presenti sul territorio: il rosso, che è sinonimo, di un alto rischio sismico, circoscrive la zona 1, l’arancione (zona in cui forti terremoti sono possibili) individua la zona 2, il giallo (zona in cui i terremoti sono possibili ma meno rispetto alle zone 1 e 2) individua la zona 3 e il grigio (la zona meno pericolosa, con percentuale di rischio terremoto molto bassa) individua la zona 4. La zona a più alto rischio sismico include alcune zone della provincia di Messina e alcune ella provincia di Trapani, mentre quelle con rischio minore (zona 3 e 4, colori giallo e grigio) includono territori che si trovano in provincia di Agrigento e Caltanissetta. Il resto dell’isola, e quindi la quasi totalità della regione, rientra nella zona due, la seconda più pericolosa per eventi tellurici. Le due aree a maggiore rischio sismico (la 1 e la 2, la rossa e l’arancione) raggiungono un totale pari al 91% di tutto il territorio. Il restante 9% è costituito dalle zone di Agrigento e Caltanissetta, a minore rischio.
L’immagine mostra poi, in basso a sinistra, un altro grafico a torta che riporta le percentuali di scuole siciliane nelle quali è stata effettuata oppure no la verifica di vulnerabilità sismica per l’anno appena trascorso (2018). La percentuale è impietosa: nel 93% delle scuole siciliane la verifica non è stata compiuta, contro un misero 7% di istituti che invece sono stati sottoposti al controllo.