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14/11/2019 12:14:00

Pastore con una pecora in braccio e la scritta Carpisa. L'equivoco del giudice ...

 Un allevatore sardo si fa fotografare con un animale legato alle zampe e trasportato come se fosse un oggetto, tanto da scrivergli sul corpo e con lo spray "CARPISA", nota azienda produttrice di borse e valigie.

La foto finisce sui social ed Enrico Rizzi, Presidente dell'associazione "Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali", nonchè Capo della Segreteria Nazionale del Partito Animalista Europeo, la condivide sia sul suo profilo che sulla pagina dell'associazione, limitandosi a criticare il comportamento dell'allevatore che lo denuncia per diffamazione.

Ora l’animalista è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Trapani e il prossimo 20 aprile dovrà comparire dinnanzi al tribunale del capoluogo per rispondere del reato che gli è stato addebitato.

Nel decreto di citazione a giudizio firmato dal Pm Francesca Urbani, si legge che l'allevatore "trasportava una pecora in spalla, adagiata all'interno di una sacca". Rizzi, però, non ci sta.

"Consiglio al magistrato – dice - di eseguire nel più breve tempo possibile una accurata visita oculistica perchè è evidente che leggendo la scritta "Carpisa" abbia di fatto scambiato l'animale con una borsa o, forse, una valigia. La triste realtà è che si tratta però di un essere vivente, vittima di un indegno sfottò da parte del suo allevatore, rimasto impunito. Risulta vergognoso ed inaccettabile – conclude - che ciò sia stato scritto da un magistrato che non ha svolto nessuna indagine nei confronti di questo signore, decidendo di portare me in Tribunale per una semplicissima critica. Segnalerò questa gravissima situazione al Ministro competente".