Si attendono gli sviluppi dell'inchiesta sui poliziotti del commissariato di Partinico accusati di corruzione, peculato, falso e abuso d'ufficio, ma dalla questura di Palermo una decisione è già stata presa ieri, con il trasferimento immediato di tutti ad altre non meglio specificate sedi.
Per ora nessuna sospensione dal servizio, dunque, e neanche reazioni o commenti sull'indagine - anticipata dal Giornale di Sicilia - che coinvolge gli assistenti capo Pietro Tocco, Giovanni Vitale e Vincenzo Manzella, il sovrintendente capo Fulvio Silvestri, l'ispettore capo Antonio Gaspare Di Giorgi, la moglie di Tocco, Giuseppina Grillo, e persone che avrebbero chiesto favori come Carmelo Fratello, Vincenzo Manta e Salvatore Scianna, nonché le guardie giurate Salvatore Davì, Daniele Di Maggio e Marcello De Luca.
Dagli atti depositati dal pm Francesco Gualtieri emerge come Tocco avrebbe fatto il bello ed il cattivo tempo nel commissariato. Fino ad arrivare - con la scusa di essere in servizio, di dover controllare persone e mezzi - ad acquisire in realtà informazioni dalle banche dati della polizia sui suoi «rivali» in amore, in particolare persone che sarebbero state vicine alla sua ex amante, sposata peraltro con un altro poliziotto di Partinico. L'indagato dopo «il brusco ed improvviso epilogo della relazione non ha interrotto l'interesse e per intromettersi nella vita privata della sua amata, ha abusato dei propri poteri», scrivono i colleghi che hanno portato avanti l'inchiesta sul suo conto. Con le informazioni Tocco avrebbe poi ricattato la donna e «l'ufficio segnala la natura aggressiva manifestata più volte dall'indagato nei confronti dell'amante e anche di un rivale».