Una testimonianza, più volte interrotta dalle lacrime, quella resa dai genitori di Nicoletta Indelicato, la ragazza, rumena d’origine, uccisa con dodici coltellate e poi data alle fiamme in un podere di Sant’Onofrio, a Marsala.
Questa mattina, Damiano Indelicato e la moglie Maria Angileri sono comparsi dinnanzi alla Corte d’Assise di Trapani dove si celebra il processo per l’omicidio della loro figlia che avevano adottato, assieme al fratello Cristian. Processo che vede imputata Margareta Buffa, anche lei rumena e adottata da una famiglia marsalese, accusata del delitto assieme a Carmelo Bonetta, il maestro di balli caraibici che ha già confessato tutto. Quest’ultimo, però, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato e il prossimo 28 novembre comparirà davanti al Gip del tribunale di Marsala.
Damiano Indelicato ha ricostruito quanto accaduto la sera della scomparsa di Nicoletta. “Io e mia moglie siamo usciti intorno alle 20,30 per andare a cena in un locale. Mia figlia, invece, è rimasta a casa perché stava poco bene”.
Poi, però, Nicoletta ha cambiato idea: “Ha telefonato a mia moglie – racconta il padre – dicendole che l’aveva chiamata Margareta perche voleva uscire con lei. Nicoletta faceva tutto quello che le chiedeva Margareta perché lei era riuscita a plagiarla”.
Ritornati a casa, dopo una passeggiata, Damiano Indelicato e Maria Angileri hanno scoperto che Nicoletta non era ancora rientrata.
“Alle quattro di notte – aggiunge Indelicato – mi sono alzato. Nicoletta era ancora fuori. La porta della sua cameretta era chiusa. Mi sono preoccupato ed ho svegliato mia moglie”. I genitori hanno telefonato alla figlia, le hanno mandano anche diversi messaggi senza ottenere alcuna risposta. “Alle sei ho chiamato il maresciallo dei carabinieri Scafura”. Nicoletta a casa non farà più ritorno. Il cadavere carbonizzato e sfigurato – come ha dichiarato il medico che ha eseguito l’ispezione cadaverica – viene, poi, ritrovato in campagna.