Avrà inizio il prossimo 17 gennaio, col rito ordinario, il processo nei confronti di due alcamesi: una casalinga e il titolare di una struttura ricettiva imputati dei reati inerenti lo sfruttamento della prostituzione. La decisione del rinvio a giudizio è stata presa dal gip del tribunale di Trapani, Caterina Brignone a conclusione, da parte dei difensori, della discussione sulle questioni preliminari. La donna, difesa dall'avvocato Maurizio Lo Presti, è imputata dei reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il titolare della struttura ricettiva, assistito dall'avvocato Vito Galbo, deve rispondere di favoreggiamento della prostituzione. Le indagini, condotte dai carabinieri di Castellammare, scattarono un anno e mezzo fa dopo che una giovane donna - come riporta il GDS - abitante nella cittadina del Golfo, consegnò ai Militari la registrazione di due conversazioni durante le quali la casalinga alcamese l'avrebbe invitata a rendersi disponibile per rapporti sessuali a pagamento allo scopo di potere condurre un tenore di vita migliore. L'avvocato Lo Presti ha contestato la fedeltà dei contenuti delle due registrazioni, fatte in un bar di Alcamo Marina, dove le due donne si erano dato appuntamento per incontrarsi e parlare della possibilità di avviare un'attività molto redditizia. Nonostante queste osservazioni il gip ha deciso per il rinvio a giudizio. Le indagini dei Militari partirono nell'agosto dello scorso anno, dopo la denuncia presentata dalla giovane castellammarese. Indagini portate avanti soprattutto con intercettazioni telefoniche e ambientali. Una cimice venne piazzata dai carabinieri anche sull'auto della casalinga alcamese. Durante le indagini, portate a termine in un paio di mesi, venne a galla il fatto che a prostituirsi sarebbero state una donna alcamese e una palermitana. Due insospettabili. Ma pare che il giro di donne sarebbe stato più ampio. Aspetto questo che non sarebbe emerso durante gli accertamenti. Rapporti sessuali si sarebbero consumati anche su vetture. Più utilizzata la struttura ricettiva, chiaramente molto più comoda. Prestazioni il cui costo avrebbe superato i 250 euro più il pagamento per l'affitto della stanza nella struttura ricettiva. Con il rito ordinario saranno una quarantina i testimoni che sfileranno davanti ai giudici del tribunale di Trapani. Una ventina sono i clienti di Alcamo. Altri provenivano da Palermo, Menfi, Calatafimi-Segesta e dall'Agrigentino. Si tratta prevalentemente di professionisti e benestanti che saranno chiamati a testimoniare come persone informate dei fatti. Non hanno commesso alcun reato ma sarebbe grande il fastidio se qualche moglie venisse a conoscenza di qualche scappatella. Sembra che alcuni clienti dopo la notifica dell'avviso di persona informata dai fatti avrebbero chiamato l'organizzatrice del giro chiedendo spiegazioni e dicendosi preoccupati per eventuali riflessi in famiglia. Intanto gli avvocati hanno iniziato a sfoderare le armi per avere perfettamente chiari durante il processo, tutti gli aspetti di questa vicenda a luci rosse, che stuzzica la fantasia e il chiacchiericcio nella città di Alcamo.