“Ho incontrato il boss Pietro Virga, ma mi hanno teso un'imboscata. Quando ho capito chi fosse era troppo tardi per allontanarmi”. E' la difesa di Paolo Ruggirello, l'ex deputato regionale trapanese del Pd in carcere da marzo nell'ambito dell'inchiesta antimafia Scrigno.
Per Ruggirello, come per gli altri 28 indagati, è stato chiesto il rinvio a giudizio.
L'ex campione di preferenze in provincia di Trapani ha deciso di parlare con i pm e ha ammesso che ha incontrato i boss poco prima delle elezioni regionali del 2017. Ma è una difesa molto traballante la sua, che non convince per niente i magistrati.
“Virga mi chiese 50 mila euro per affrontare la campagna elettorale, mi ricordo che promise 1000 voti dietro il pagamento di 50 mila euro. E io accettai, ma solo per potermi allontanare il più presto possibile da quel luogo”.
Ruggirello dice di aver incontrato il boss senza che lo volesse. Che gli hanno teso un'imboscata. “Effettivamente ho incontrato Cusenza e Virga – ha detto Ruggirello – a casa di Carmelo Salerno. Nel tragitto, Salerno mi ha detto che mi doveva fare conoscere una persona che poteva aiutarmi per la campagna elettorale per le regionali. Mi parlò di Cusenza, che avevo già incontrato ad aprile-maggio preso il distributore Ip di Paceco. A casa di Salerno vidi arrivare Cusenza con un’altra persona, che poi ho appreso essere Pietro Virga”. Un incontro a sua insaputa.
“Redarguii anche Salerno – ha aggiunto Ruggirello – perché mi ero trovato in una situazione di imbarazzo, l’ho vista come una vera e propria imboscata”.A quell'incontro partecipò anche Pietro Cusenza, uno degli arrestati, che ha riferito ai Pm che Ruggirello avrebbe anche pagato un acconto di 20 mila euro per i voti che gli erano stati promessi. E sembra difficile che quei soldi siano stati dati a sua insaputa. Questi elementi, oltre a quelli presenti nelle centinaia di pagine del fascicolo “Scrigno”, hanno fatto decidere il gip Piergiorgio Morosini di rigettare l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Ruggirello.