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27/11/2019 09:46:00

Mafia, sequestrato un patrimonio di 17milioni di euro al "ras" dei pneumatici Gammicchia

Sequestrato il patrimonio al "Ras" palermitano dei pneumatici Vincenzo Gammicchia. Due aziende che gestiscono cinque negozi di vendita pneumatici, 44 immobili tra cui due ville con piscina a Palermo e Isola delle Femmine, quote societarie, 44 rapporti bancari, diverse polizze assicurative e 11 veicoli tra auto e moto. E' questo il patrimonio per un valore di oltre 17milioni di euro sequestrato dalla Guardia di Finanza su richiesta della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti dell'imprenditore palermitano Vincenzo Gammicchia, classe 48.

L'operazione che ha visto coinvolti 50 finanzieri segue un'indagine condotta dal GICO che ha valutato e sottoposto a controllo atti giudiziari e informazioni patrimoniali di Gammicchia da quarant'anni a questa parte. Secondo la ricostruzione dei giudici l'imprenditore è contiguo a Cosa nostra. Sarebbe stato a disposizione delle famiglie mafiose dei Galatolo e dei Fontana dei quartieri Acquasanta e Arenella. Sin dagli anni '70 ha investito nelle sue attività risorse di provenienza illecita e negli anni '80 i fratelli Galatolo avrebbero investito centinaia di milioni delle vecchie lire nelle sue attività imprenditoriali.

Secondo i giudici ha messo a disposizione i suoi locali per degli incontri tra esponenti mafiosi o per furti di auto che gli venivano consegnate. Insomma, la sua organicità con la criminalità organizzata, per i giudici ha consentito la creazione dell'ingente patrimonio sottoposto a sequestro.  Qui i dettagli nel comunicato della Guardia Finanza:  

 Il Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro di aziende, disponibilità patrimoniali e finanziarie nei confronti di GAMMICCHIA Vincenzo cl. ’48, noto imprenditore palermitano nel settore della vendita ed assistenza di pneumatici, per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro.
Nell’imponente operazione sono stati impegnati oltre 50 finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, con il supporto di elicotteri della Sezione Aerea di Palermo, che hanno sottoposto a sequestro aziende, quote societarie, immobili, conti correnti bancari, polizze assicurative, cassette di sicurezza e auto/motoveicoli.
L’attività di indagine è stata condotta dagli specialisti del G.I.C.O., che hanno sottoposto al setaccio atti giudiziari e informazioni patrimoniali, che riguardano un arco temporale di oltre 40 anni.
La ricostruzione operata dai giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, sulla base degli accertamenti effettuati dai finanzieri, ha consentito di evidenziare come GAMMICCHIA Vincenzo sia da ritenere un imprenditore “contiguo” alla criminalità organizzata.
È stato necessario analizzare e riscontrare le dichiarazioni, precise, puntuali e ricorrenti, rese nel corso degli anni da numerosi collaboratori di giustizia, che indicano il GAMMICCHIA come soggetto “a disposizione” di Cosa Nostra per investire nelle proprie attività risorse di provenienza illecita riconducibili alle famiglie mafiose dei GALATOLO e dei FONTANA, operanti nei quartieri Acquasanta e Arenella.
Alla luce delle penetranti investigazioni patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle, il Tribunale ha ritenuto ricorrenti gli elementi per ritenere il proposto – pur incensurato – un soggetto socialmente pericoloso, in quanto “appartenente” (anche se non partecipe) al sodalizio mafioso, in considerazione dei fattivi contributi forniti nel tempo, diversificati nelle prestazioni concrete, ma comunque coerenti e riconducibili all’inquadramento del GAMMICCHIA nella categoria dell’ “imprenditore colluso” con la mafia atteso che, sono stati riscontrati sufficienti indizi per ritenere che, il proposto:
- fin dall’inizio della sua attività imprenditoriale, risalente alla fine degli anni ’70, si è prestato ad occultare e schermare risorse di provenienza illecita, investendole nella propria attività e pattuendo con esponenti di spicco del sodalizio forme di compartecipazioni da cui derivava il versamento di somme negli anni. All’inizio degli anni 80 i fratelli GALATOLO Giuseppe e Vincenzo avrebbero investito nell’attività di rivendita di pneumatici 100 o 200 milioni ”per farlo iniziare”;
- ha fornito nel tempo vari contributi di natura illecita approfittando della propria impresa, mettendosi a disposizione per organizzare presso i locali della sua attività commerciale incontri tra esponenti mafiosi e per favorire il furto di autovetture che gli erano state consegnate per interventi e riparazioni, duplicando le chiavi e annotando gli indirizzi di residenza dei clienti;
- ha ottenuto, siglando specifici accordi con esponenti di spicco del sodalizio, l’esonero da richieste estorsive e, addirittura, l’appoggio del sodalizio nell’eliminazione della concorrenza con metodi violenti e mafiosi, in occasione della possibile apertura di un punto vendita nei pressi della sua attività commerciale da parte di un diretto concorrente: una testa di capretto posta sulla recinzione dell’area ove avrebbe aperto la nuova impresa e una telefonata convinsero, secondo i collaboratori, il malcapitato a lasciar perdere.
Tenuto conto della risalente e qualificata “vicinanza” al sodalizio nonché dei riferiti finanziamenti delle prime iniziative imprenditoriali da parte della consorteria criminale, il Tribunale ha quindi disposto il sequestro dell’intera attività imprenditoriale svolta dal proposto fin dall’origine e di tutto il patrimonio nella sua disponibilità.
È stato quindi eseguito il sequestro dei beni di seguito elencati, che da oggi saranno affidati ad un amministratore giudiziario affinché li gestisca nell’interesse della collettività:
• 2 imprese e relativi compendi aziendali ubicati a Palermo, operanti nel settore della vendita e riparazione di pneumatici, con 5 punti vendita dislocati in diversi quartieri cittadini;
• l’80% delle quote societarie di un Consorzio sito a Palermo, operante nel settore della revisione dei veicoli;
• 25 immobili (appartamenti e magazzini), tra i quali in particolare due ville di cui una in zona San Lorenzo con piscina ed una a Isola delle Femmine;
• 44 rapporti bancari, 10 polizze vita e 2 cassette di sicurezza;
• 11 fra autoveicoli e motoveicoli.
L’attività odierna, conferma l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.