"Scarantino, ci dobbiamo tenere molto forti perché siamo alla vigilia della deposizione”, diceva il sostituto procuratore Carmelo Petralia al falso pentito della strage di via D’Amelio, annunciandogli una visita con il procuratore Giovanni Tinebra e il capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera: "Ci sarà tutto quanto lo sfaff delle persone che lei conosce, potrà parlare di tutti i sui problemi così li affrontiamo in modo completo e vediamo di dargli una soluzione. Contemporaneamente iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento".
Che vuol dire: "Preparazione alla deposizione al dibattimento?". Sono parole pesanti - riporta Repubblica - quelle che emergono dalle intercettazioni ritrovate dopo 24 anni in un vecchio archivio del palazzo di giustizia di Caltanissetta. Era l’8 maggio 1995, Vincenzo Scarantino telefonava ai magistrati di Caltanissetta. E oggi quelle voci raccontano di tante stranezze. Carmelo Petralia (attuale procuratore aggiunto a Catania) e la collega Annamaria Palma (avvocato generale a Palermo) hanno sempre detto di essere stati convinti della bontà del racconto del balordo del quartiere palermitano della Guadagna. Ma di recente i due magistrati sono finiti indagati dalla procura di Messina diretta da Maurizio de Lucia, per calunnia aggravata, mentre a Caltanissetta è in corso il processo per tre poliziotti.
Magistrati e investigatori interrogarono Scarantino l’11 maggio, tre giorni dopo la telefonata con Petralia. Il 25, il falso pentito andò in aula per la sua prima deposizione in corte d’assise. L’inizio della grande impostura.
Interrogatorio al telefono
Le telefonate ritrovate sono state depositate nel processo di Caltanissetta in cui sono imputati tre poliziotti del “Gruppo Falcone Borsellino” (gli ex ispettori Fabrizio Mattei, Michele Ribaudo e il dirigente Mario Bò). La procura di Messina ha fatto trascrivere dal Ros le bobine delle conversazioni di quello scorcio di 1995 e sono emersi altri dialoghi parecchio interessanti per provare a fare luce sui troppi buchi neri di questa storia.
Scarantino parlava anche con Annamaria Palma, che lo spingeva a collaborare con la procura di Palermo. “E’ importante che lei faccia questo interrogatorio”. Ma poi i magistrati di Palermo bocciarono senza alcuna riserva quel piccolo pregiudicato trasformato dai colleghi di Caltanissetta in un provetto Buscetta.
Le telefonate fra Scarantino e i pm. Palma: "E' molto importante che lei collabori pure con Palermo"
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In un'altra occasione, Annamaria Palma fece una sorta di mini interrogatorio al telefono con Scarantino. Anticipandogli una domanda che avrebbe poi fatto nel corso di un'audizione ufficiale. Stranezze, irregolarità, misteri. In quei giorni di maggio 1995, il falso pentito disse alla moglie di voler tornare in carcere. Ma poi cambiò idea. Qualcuno lo convinse?