Gettò Mia, una cagnolona trapanese, in acqua con una grossa pietra al collo, dagli scogli di Valderice, per poi dileguarsi.
Il prossimo sei maggio, il protagonista della vicenda, residente a Custonaci, dovrà comparire
innanzi il Tribunale di Trapani per rispondere dei reati di "tentata uccisione di animali" e "maltrattamento di animali". Mia riuscì a salvarsi ed è stata affidata all’animalista Enrico Rizzi: “Sta benissimo, ha finalmente ripreso a vivere”. La vicenda ebbe una eco in tutta la Penisola. Anche il ministro dell’Ambiente Costa chiese di poter incontrare la bestiola. “Poi, però, - puntualizza Rizzi – non si è più interessato all’animale. Eppure continua a tenere la sua foto come immagine di copertina del suo profilo Facebook. Chi ha tentato di uccidere Mia è stato rinviato a giudizio,
“Sono soddisfatto – dichiara Rizzi - nel sapere che il responsabile di un crimine così orrendo debba ora risponderne nelle sedi competenti, anche se so benissimo che per colpa di una legge ingiusta, quell'uomo non farà mai un solo giorno di galera. Eppure il Ministro Bonafede aveva promesso di cambiarla, ma le sue sono rimaste soltanto chiacchiere. Bonafede e Costa, nonostante le promesse, non hanno mai denunciato il responsabile, nè si sono opposti alla richiesta di archiviazione che aveva avanzato la Procura di Trapani”.
“Io – prosegue il giovane animalista - ho impugnato quell'assurda richiesta ed il giudice per le indagini preliminari mi ha dato ragione”.