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11/12/2019 07:00:00

Depistaggio via d'Amelio, la procura nissena era divisa su Scarantino

La Procura di Caltanissetta, nel 1994, anno in cui iniziò la collaborazione di Vincenzo Scarantino, al suo interno era lacerata. C'erano profonde spaccature ed era in corso un dibattito interno sulla gestione dell'ex picciotto della Guadagna. Questo quanto emerso durante l'udienza svoltasi ieri a Caltanissetta sul processo per il depistaggio delle indagini successive alla strage di via d'Amelio e che vede imputati tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra.

Tra i primi a mostrare perplessità sull'attendibilità di Scarantino, furono i pm Ilda Boccassini e Roberto Sajeva, applicato alla procura di Caltanissetta dal gennaio 1994 all'ottobre dello stesso anno. I due magistrati, dopo aver interrogato Scarantino, presero carta e penna e scrissero una lettera che venne inviata a Palermo all'interno della quale avanzavano pesanti interrogativi sull'attendibilità di Vincenzo Scarantino che poi si sarebbe rivelato un falso collaboratore. «Per la dottoressa Boccassini e per me era abbastanza palese l'inattendibilità di Vincenzo Scarantino mentre la posizione di Tinebra, Giordano e Petralia era diversa. Decidemmo quindi con la Boccassini di mettere tutto nero su bianco. La lettera risale al 12 ottobre 1994», ha detto Roberto Sajeva, attuale procuratore generale della Corte d'Appello di Catania, rispondendo alle domande del procuratore, Amedeo Bertone. Sajeva, che ha riferito di essere stato ascoltato nei giorni scorsi dalla Procura di Messina, ha affermato, che sulle dichiarazioni di Scarantino, sin da subito emersero delle criticità. L'ex balordo della Guadagna, fece i nomi di collaboratori come Cancemi, La Barbera, Di Matteo e Gangi, senza però poi riconoscerli in foto. «Tutte le dichiarazioni da lui rese - ha detto Sajeva - furono contestate in modo fermo e deciso da Cancemi, La Barbera e Di Matteo. Ciò determinò il convincimento che era necessario fare un passo avanti e sottoporre a confronto Scarantino con i tre accusati ma emersero delle incongruenze».