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13/12/2019 18:07:00

Trapani. Ha diffamato le sorelle Fonte, condannato l'avvocato Nino Marino

 La presentazione del libro in pompa magna, con le telecamere della televisione di famiglia a riprendere l’evento, in una serata afosa, nella splendida cornice di San Vito Lo Capo, con il maestoso Santuario a fare da sfondo al salotto di via Venza dove, dal 2000, siedono i migliori scrittori e giornalisti italiani per raccontare le loro opere letterarie.


Poi, però, la querela ed, infine, la condanna. Diffamazione!
Sì, perché nell’intervista resa a Telesud , dopo la cerimonia, l’avvocato-scrittore Nino Marino- indossando la toga sbagliata - avrebbe accusato le sorelle Emiliana Francesca e Silvana Fonte di aver dichiarato il falso nel processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, celebrato dinnanzi alla Corte d’Assise di Trapani, bollando, poi, come “pericolosi mafiosi” il padre delle due donne e il fidanzato di una di loro. All’epoca dei fatti, e cioè la sera del delitto avvenuto, in contrada Lenzi, il 26 settembre del 1988, le sorelle erano minorenni: 13 anni Silvana, 17 anni Emiliana Francesca.


Accusato di diffamazione, il legale, che ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, affidando la sua difesa all’avvocato Salvatore Alagna, è stato condannato dal giudice del tribunale di Trapani, Caterina Brignone.

Nino Marino dovrà pagare una multa di 1.200 euro, oltre le spese processuali. Dovrà inoltre pagare, a titolo di provvisionale, 5000 euro in favore di ciascuna delle due sorelle, assistite dall’avvocato Guido Mannina del Foro di Milano. Il Pm, invece, aveva chiesto la condanna a otto mesi di reclusione. Ma la battaglia proseguirà anche in sede civile dove sarà valutato il danno da risarcire.

I fatti si sono svolti a San Vito lo Capo nel luglio del 2017 dove l’avvocato Marino è stato ospite della rassegna letteraria “Libri, autori e bouganville”. Dopo aver parlato del suo libro, il professionista in una intervista a Telesud – la televisione di Trapani di cui è presidente il figlio Massimo – avrebbe offeso la reputazione delle sorelle Fonte, affermando che le stesse avrebbero detto “una bugia inverosimile nelle deposizioni testimoniali rese innanzi alla Corte d’Assise di Trapani dove si celebrava il processo per il delitto Rostagno”, aggiungendo anche “di aver scoperto, grazie alla sua professione di avvocato, che il padre delle due donne, Domenico Fonte, e Giuseppe Candela, fidanzato di Silvana, erano due pericolosi mafiosi”.

Secondo l’avvocato Nino Marino la bugia ascritta alle sorelle consisteva nell’aver dichiarato di aver visto passare l’auto di Rostagno ad alta velocità, mentre la macchina, subito dopo l’agguato, venne trovata con la marcia prima ingranata. Nella sentenza emessa dalla Corte d’Assise si legge, però, che “nessuno hai mai messo in dubbio, nemmeno nel presente dibattimento, la generosità e la genuinità dello sforzo profuso per anni dalle sorelle Fonti per dare il proprio contributo all’accertamento della verità e all’individuazione dei responsabili dell’omicidio”. Anzi, “con le loro testimonianze, anche in questo dibattimento, hanno fornito spunti e concreti elementi di conoscenza il cui valore si può apprezzare incrociandoli con altre risultanze”. Dal procedimento a carico dell’avvocato, inoltre, è emerso che né Domenico Fonte né Giuseppe Candela sono mai stati condannati per mafia o per concorso esterno in associazione mafiosa.

La tesi difensiva dell’avvocato Alagna, basata sulla querela tardiva e sporta dalle due sorelle per precostituirsi una difesa rispetto alle indagini a loro carico che sarebbero potute derivare dall’invio al procuratore di Trapani del libro di Nino Marino, con espresso atto d’accusa di aver reso falsa testimonianza per coprire le responsabilità del padre, oggi deceduto, nell’omicidio Rostagno, non ha retto. Il giudice, infatti, ha respinto l’eccezione di tardività della querela, condannando l’avvocato-scrittore. Quella serata afosa e di grande festa, all’ombra del Santuario di San Vito, cullata dal rumore della risacca e immortalata delle telecamere di Telesud, ora è lontana.