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15/12/2019 09:21:00

Marsala, la mega rissa a Porta Nuova: un condannato e un assolto

 Una mega rissa scatenata da un’aggressione a sfondo razziale è sfociata in un processo che, davanti il Tribunale di Marsala, ha visto la condanna a cinque mesi di reclusione, con pena sospesa (subordinata, però, a lavori di pubblica utilità), di Salvatore Luciano Pantaleo, di 44 anni, con precedenti penali.

E’ stato, invece, assolto Andrea Massimiliano Alagna, di 49 anni, che offese le forze dell’ordine intervenute, accusandole, si legge nel verbale della Guardia di finanza, di non difendere gli italiani e “contornando i suoi discorsi con frasi di odio razziale”.

A difendere Pantaleo è stato l’avvocato Duilio Piccione, mentre ad assistere Alagna è stato l’avvocato Vincenzo Forti. Secondo alcuni protagonisti della rissa, i marsalesi avrebbero aggredito i giovani africani dopo che questi si sarebbero lasciati andare a qualche complimento non gradito a ragazze locali. Ma c’è anche chi esclude tale ipotesi. Teatro della violenta lite, la notte del 9 luglio 2017, fu piazza della Vittoria. E in particolare i giardini fuori Porta Nuova. Il processo si è tenuto davanti al giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona. Tre i giovani africani aggrediti e coinvolti nella rissa: Gaye Diarra, nato in Mali, Ibrahim Suware, gambiano, Yaya Sow Mohammadou, della Guinea, tutti nati nel 2000, e Barry Mamadou, anche lui della Guinea, nato nel 1993. Quest’ultimo, al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino”, fu dichiarato in “prognosi riservata” per “trauma cranio-facciale, frattura con affondamento della parete mediale dell’orbita destra, frattura ossa del naso e trauma addominale”. A cercare di sedare la rissa, alla quale poi parteciparono parecchie delle persone presenti nella piazza, furono polizia, carabinieri e guardia di finanza. Dalle carte dell’accusa emerge anche che alcuni marsalesi, dopo avere aggredito alcuni giovani di colore, hanno pure inveito contro le forze dell’ordine (tra questi, anche Alagna) intervenute per sedare la rissa, cercando di identificarne protagonisti. Un’autentica impresa, quest’ultima, considerato che otto agenti si sono trovati ad operare circondati da una folla di almeno 200 persone. Il “pestaggio” dei giovani di colore sarebbe avvenuto non solo con calci e pugni, ma anche con bottiglie di vetro (una sarebbe stata vista nelle mani di Pantaleo). Alagna, invece, si legge nelle carte di fiamme gialle e polizia, avrebbe inveito contro i rappresentanti dello Stato “dicendo – si legge nel verbale della GdF – che le forze di polizia dovrebbero difendere gli italiani, mentre erano solo dei servi, contornando i suoi discorsi con frasi di odio razziale”. Nel frattempo, la folla accerchiava le auto delle forze dell’ordine, aggredite verbalmente e offese (“Siete sbirri e dei pezzi di merda”). Una furiosa reazione collettiva che mirava ad ostacolare l’identificazione degli aggressori, che approfittando della concitazione si sono dileguati per le strade del centro storico, confondendosi tra la folla della “movida”.