Lo sfogo di Liliana Riccobene è un pugno allo stomaco. “Mi rinfacciano – dice la vedova dell’agente della polizia penitenziaria Giuseppe Montalto ucciso dalla mafia - di essere una superstite. Mi rinfacciano che i miei genitori e miei familiari non sono stati colpiti dal lutto”.
Parole pesanti, pronunciate con le lacrime agli occhi, che, questa mattina, hanno fatto da sfondo alla cerimonia per ricordare la vittima, assassinata, in contrada Palma, alle porte di Trapani, l’antivigilia di Natale del 1995. Cerimonia che si è svolta in un supermercato che profuma di legalità: l’Eurospar di via Convento San Francesco di Paola. Un tempo era di Grigoli, oggi a gestirlo sono gli ex dipendenti che hanno dato vita alla società-cooperativa Cdr Group, rilanciando il marchio Despar.
Una manifestazione semplice, organizzata da Libera.
Aver visto il marito morire sotto i colpi dei killer di Cosa nostra, può mai essere una colpa?. Liliana, quella maledetta sera, era in auto con Giuseppe e con la figlioletta di 10 mesi. Era incinta Liliana. Essere sopravvissuta all’agguato può mai essere una colpa?
“Io vado avanti nonostante le cose brutte che mi vengono rinfacciate. La mia famiglia – dice – oggi sono i miei figli. Contano solo loro e i valori che sono riuscito a trasmettergli nel ricordo di Giuseppe”.
“Non conoscevo Giuseppe Montalto – afferma Alessandro D’Angelo, socio del Cdr Group Società Coopertiva – ma i suoi colleghi che vengono a fare la spesa qui ne parlano tutti bene: una persona pulita, corretta, un grande lavoratore. Per me è un onore ospitare questa cerimonia in questi locali che oggi sono diventati simbolo di riscatto sociale”. Domani mattina alle 11, cerimonia commemorativa nella piazza della frazione di Palma.