Sono passati 40 anni dal giorno dell’Epifania del 1980 in cui una mano ancora oggi rimasta sconosciuta crivellò di colpi, in via Libertà a Palermo, la Fiat 132 del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, rimasto ucciso davanti alla moglie Irma Chiazzese e ai suoi due bambini Bernardo e Maria, mentre stavano andando a messa.
Piersanti Mattarella – E’ nato a Castellammare del Golfo il 24 maggio 1935. Secondogenito di Bernardo, fratello maggiore di Sergio, 12º Presidente della Repubblica Italiana. Studia Roma al San Leone Magno, dei Fratelli maristi. Dopo l’attività nell’Azione Cattolica, si dedica alla carriera politica nella Democrazia Cristiana molto vicino alla corrente politica di Aldo Moro. Diventa assistente ordinario di diritto privato all’Università di Palermo. Durante le elezioni regionali del 1967 è stato eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, nel collegio di Palermo con più di trentaquattromila preferenze. Poi entra a far parte della Commissione Legislativa regionale, della Giunta per il Regolamento e della Giunta per il Bilancio venendo nominato. Viene eletto membro della Commissione speciale incaricata di riformare la burocrazia regionale, divenendo relatore della legge di riforma. Successivamente viene nuovamente eletto per due legislature (1971, con più di quarantamila preferenze, e 1976, con quasi sessantamila preferenze). Dal 1971 al 1978 è assessore regionale alla Presidenza con delega al Bilancio nelle diverse giunte presiedute da Mario Fasino, Vincenzo Giummarra e Angelo Bonfiglio. Nel 1978 è presidente della Regione Siciliana con 77 voti su 100, il risultato più alto della storia dell’Assemblea. Inizia quella fase di rinnovamento della politica siciliana e non solo.
L’omicidio e i mandanti - Un omicidio che sin da subito si ritenne opera di Cosa nostra che vedeva in Piersanti Mattarella un anticipatore e un rivoluzionario della politica, che stava aprendo ad una fase di cambiamento e soprattutto di trasparenza e legalità. A distanza di 40 anni pur con le condanne nel 1995 di coloro che sono stati ritenuti in un’aula di giustizia i mandanti dell’omicidio: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci[26], la morte di Piersanti Mattarella rimane uno dei tanti misteri italiani.
I dubbi di Giovanni Falcone - Lo stesso Giovanni Falcone, il cui verbale sull’istruttoria del processo è stato pubblicato da poco, aveva molti dubbi sul fatto che sia stato soltanto di un omicidio di mafia.
C’era qualcosa di più profondo che, a un certo punto, andava a incrociarsi con la storia del terrorismo di matrice nera che dal 1969 aveva colpito l’Italia. Era il 1988 quando Giovanni Falcone espose la sua teoria. Secondo lui, c’era anche il terrorismo nero dietro alla morte di Piersanti Mattarella, in alternativa rispetto alla mafia oppure in una sorta di compenetrazione di intenti criminali, che avevano come unico scopo la sovversione. Non è un caso che in quel momento Falcone stesse indagando soprattutto sui Nar, tra cui Giusva Fioravanti..
Fioravanti e i Nar - Al centro di questo scenario intrecciato c'è proprio la figura di Giuseppe Valerio Fioravanti, capo dei Nar, Nuclei Armati Rivoluzionari. La moglie di Mattarella, Irma Chiazzese, fu colpita dai suoi «occhi di ghiaccio» quando la pistola si inceppò dopo i primi colpi. Il killer corse dal suo complice che lo attendeva su un'auto rubata e si fece consegnare una seconda pistola per completare l'opera. Quell'uomo che rimase defilato è stato identificato in Gilberto Cavallini, altro esponente dei Nar. L'inchiesta però non è andata oltre questi sospetti. Rinviati a giudizio, Valerio Fioravanti e Cavallini verranno assolti e la sentenza sarà poi confermata in Cassazione. Le prove non hanno retto in dibattimento. La pista nera è rimasta sempre aperta ma dopo 40 anni non ha portato a nessuna verità.
Le iniziative di commemorazione – Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio alla tomba del fratello recandosi nel cimitero di Castellammare del Golfo, accompagnato dai tre figli, Bernardo Giorgio, Laura e Francesco, e dai due figli di Piersanti, Bernardo e Maria. All’Assemblea regionale siciliana oggi, alle 11, si terrà una seduta solenne a Sala d’Ercole alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Alle 9, in via Libertà sul luogo dell’omicidio, saranno deposte corone di fiori da parte delle autorità. Alle 9.30 il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con una cerimonia, attribuirà al Giardino Inglese il toponimo «Parco Piersanti Mattarella - Giardino all’Inglese» e sarà collocata nel parco una lapide in memoria del politico Dc assassinato.
«Piersanti Mattarella - ha affermato il sindaco - fu vittima degli interessi intrecciati della mafia e di un sistema politico-affaristico che erano stati fortemente indeboliti dalla sua attività politica e amministrativa. Anche grazie anche alla volontà e capacità di coinvolgere e far dialogare culture e sensibilità politiche diverse, il presidente Piersanti Mattarella aveva, infatti, promosso e realizzato importanti riforme che miravano a costruire in Sicilia una comunità più giusta, solidale, rispettosa del territorio, della legalità e dei diritti».
Le iniziative a Castellammare del Golfo - Nel quarantennale dell’assassinio avvenuto a Palermo, l’amministrazione comunale lo commemorerà con una messa in memoria che sarà celebrata proprio nel giorno dell’Epifania, lunedì 6 gennaio 2020, alle ore 11 nella chiesa Madre. Dopo la messa il sindaco Nicola Rizzo guiderà il corteo di autorità civili e militari che dall’ingresso del cimitero comunale raggiungerà la chiesetta dove sarà deposta una corona d’alloro sulla tomba di Piersanti Mattarella. Seguirà un momento di preghiera celebrato da don Fabiano Castiglione. «Rispettare le regole, programmare, dialogare. Il testamento morale di Piersanti indica un percorso inequivocabile che prevede una politica dove le azioni, le idee, il percorso di riscatto contro la mafia ed ogni forma di illegalità ci facciano da guida. Per questo - afferma il sindaco Nicola Rizzo- tra le diverse iniziative che verranno programmate anche il premio per la legalità “Le carte in regola”. Ci auguriamo che questo percorso sia davvero condiviso e partecipato».