Dubbi, opinioni e pareri contrastanti sulle Zes al convegno organizzato dalla Cisl Palermo. «ZES e Autonomia Speciale», è l'incontro organizzato dalla Cisl Palermo e moderato dal vicedirettore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano.
La Sicilia crede molto sulle Zone economiche speciali che «sono una grande opportunità ma se non si eliminano i tempi della burocrazia e le carenze infrastrutturali, rischiano di restare un'occasione persa come tante», ha detto il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana. Una posizione rafforzata dal segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, Luigi Sbarra, che ha chiesto al governo nazionale «di aumentare le coperture finanziarie sulle Zes e di imprimere un'accelerazione perché, a due anni dalla loro istituzione, tutto procede a rilento. Lanciamo la proposta di un patto nazionale per la coesione e lo sviluppo mettendo insieme tutte le istituzioni per far ripartire lo sviluppo».
Il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, ha invece manifestato più di una perplessità: «Sono una presa in giro - ha affermato - perché le imprese, il sindacato e l'università non sono state coinvolte. Sarebbe stato più opportuno individuare un'area sulla quale concentrare le risorse e, invece, non c'è un piano industriale. Dobbiamo sederci attorno a un tavolo per ripensare al modello a cui miriamo». Getta acqua sul fuoco l'assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano: «Il piano per le Zes è stato approvato da tutti gli enti, siamo convinti che nei prossimi mesi riusciremo a ottenere i primi risultati ma non potremo risolvere tutti i mali di cui soffre il tessuto economico della Sicilia».
Antonio Purpura professore di Economia industriale all'Università degli Studi di Palermo: «Le Zes partono da un assunto errato che vede i distretti produttivi indicati dalla Regione come punti di forza, mentre serve un piano strategico che tenga conto del settore della ricerca e del contributo dell'università».