Non ha un volto né un nome l'omicida di Uwadia Bose. Anche in appello Alessandro Bulgarella è stato assolto dall'accusa di avere strangolato la prostituta nell'antivigilia di Natale del 2013. Il pubblico ministero Franco Belvisi aveva chiesto la condanna a 25 anni di reclusione: 22 per l'omicidio e 3 in continuazione per rapina.
Il pm in dibattimento, tra i diversi testi, ha chiamato gli avvocati che avevano assistito Bulgarella nella prima fase dell'inchiesta e si sono avvalsi del segreto professionale. Per l'avvocato di Bulgarella, Nino Sugamele, le indagini sono state superficiali ed incomplete e per il legale, sarebbe stato ampiamente provato che il suo assistito, «nell'arco temporale in cui sarebbe stato commesso il delitto, era a casa che chattava sui social».
Uwadia Bose, detta Jennifer, di giorno lavorava come parrucchiera a Palermo, dove viveva col compagno e le due figliolette, la sera si prostituiva nei pressi della stazione ferroviaria di Trapani. Il cadavere della 37enne nigeriana venne trovato dietro un chiosco di fiori nel cimitero di Custonaci, e uccisa strangolata probabilmente in un altro posto. Le indagini dei carabinieri si concentrarono subito verso i frequentatori di prostitute. I controlli sui tabulati telefonici e pedinamenti portarono poi all'arresto di Bulgarella, lavapiatti trapanese.