Non riesce ad entrare nel vivo, davanti il Tribunale di Marsala, il processo scaturito dall’operazione antimafia “Annozero”. Ancora una volta, infatti, i periti incaricati di effettuare le trascrizioni delle intercettazioni hanno chiesto altro tempo (altri 30 giorni) per concludere il loro lavoro.
E questo perché la mole delle intercettazioni è notevole. Già lo scorso 10 ottobre i periti avevano chiesto altro tempo. Stavolta, l’udienza è stata rinviata 12 marzo. Intanto, pare che alcuni files audio siano difficili da aprire o leggere. E che manchino alcuni progressivi.
Il processo è quello denominato “Accardo Giuseppe + 14” e tra i personaggi alla sbarra vede anche Gaspare Como, 51 anni, uno dei cognati del boss Matteo Messina Denaro, al quale si contesta un ruolo di vertice.
Secondo l’accusa, infatti, Gaspare Como sarebbe stato designato dal cognato, per un certo periodo, quale “reggente” del mandamento di Castelvetrano. Nell’inchiesta, è emerso l’interesse del clan anche nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Gli altri imputati sono Gaspare Allegra, di 35 anni, Vittorio Signorello, di 56, Giuseppe Tommaso Crispino, di 66, Calogero Giambalvo, di 43, Carlo Lanzetta, di 71, Nicola Scaminaci, di 46, e Carlo Cattaneo, di 34, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, di 34, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara del Vallo, Giovanni Mattarella, di 53, genero del defunto boss Vito Gondola, Bruno Giacalone, di 58, Marco Buffa, di 46, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, di 59, Giuseppe Accardo, di 35, e Maria Letizia Asaro, di 41, di Campobello di Mazara. Tra i legali impegnati nella difesa degli imputati, gli avvocati Vito Cimiotta, Luisa Calamia, Walter Marino, Paola Polizzi, Giuseppe Pantaleo, Daniele Bernardone, Vincenzo Salvo, Maurizio Montalbano, Luca Cianferoni. Parte civile sono, invece, i Comuni di Castelvetrano (avv. Francesco Vasile) e Campobello di Mazara (avv. Katia Ziletti), il castelvetranese Pasquale Calamia (avv. Marco Campagna), Sicindustria e Antiracket Trapani (avv. Giuseppe Novara), l’associazione “La Verità vive” di Marsala (avv. Peppe Gandolfo), l’Antiracket Alcamese (avv. Bambina), Codici Sicilia (avv. Giovanni Crimi), il Centro Pio La Torre. Tra gli imputati c’era anche un altro cognato del boss latitante, Rosario Allegra, deceduto, però, il 13 giugno dello scorso anno, all’età di 65 anni, nell’ospedale di Terni.