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15/02/2020 20:00:00

“Da Anne ad Hannah”. La Shoah raccontata al Liceo Scientifico di Castelvetrano

 Zacar!
In ebraico è l’imperativo del verbo ricordare, quindi, “ricorda!”.


La memoria è un diritto ed un dovere. Quale miglior mezzo se non l’immortale arte? L’arte è il linguaggio adatto per raccontare la Shoah, l’arte da il diritto di gridare, di raccontare, di superare la vergogna, il riserbo, la paura di offendere che porta al silenzio e all’oblio.
Il silenzio ha avvolto i primi anni dopo l’eccidio, l’arte figurativa, prima, ed i libri in seguito, sono stati le forme d’arte che hanno dato un senso, un valore, una forma all’orrore, un diritto al ricordo.


È alle donne che si devono le prime denunce attraverso l’arte, esse, come le donne dello shabbat( il sabato ebraico) depositarie della luce delle candele che, pur fioca, è presente e viva e rappresenta il cuore che non deve spegnersi mai, conservano, analogamente, la memoria. Il femminile entra di diritto nello studio della shoah e non perché raccontato dagli uomini, ma perché scritto e testimoniato dalle stesse donne.
Nell’ opera” Escluso l’ebreo che è in noi”, il filosofo, Jan Luc Nancy, ha parlato del concetto di “altro”: gli uomini, spesso, considerano l’altro l’hostis, il nemico irriducibilmente diverso da me, invece l’”altro” è l’hospes, l’ospite, l’unico che può dire a me chi sono. L’identità dell’uomo è dinamica ed inclusiva e l’ hospes porta l’uomo alla cooperazione con l’altro e non alla competizione che destina entrambi alla morte.
La competizione da all’uomo due nefaste alternative, o la conquista, o l’omicidio, da ciò scaturisce, oltre alle guerre, agli olocausti, agli indicibili orrori, anche il “femminicidio”.


Questi i concetti enunciati dal prof. F. Bonanno, docente universitario di Lingua e Cultura ebraica e biblica, nella conferenza tenutasi, mercoledì 12 febbraio presso l’Aula magna del Liceo Scientifico M. Cipolla di Castelvetrano, dal titolo: “Da Anne ad Hannah”. Questo titolo racchiude il senso della discussione che parte dal diario di un’adolescente, solca il mare degli orrori attraverso le opere pittoriche e letterarie delle donne dei lager rinvenute o realizzate postume, fino ad arrivare alla “Banalità del male” di Hannah Arendt .


Il prof. Bonanno ha apprezzato i lavori che hanno realizzato i ragazzi, opportunamente guidati dalla maestria delle prof. R. Signorello, A. Maltese, A. Denaro, A. Pellicane. Il sipario si è aperto con le note della canzone “Beautiful that way” suonata e cantata da sole donne per ricordare l’orchestra femminile, presente nel lager di Auschwictz, inoltre hanno intonato in lingua ebraica “Gam Gam” che recita un passo della Bibbia che dice: “Pur se andassi in una valle oscura non temerei alcun male, perché Tu sei sempre con me…”. Sono stati ricordati alcuni nomi delle orchestrali come: Fania Fenèlon, Alma Rosè e un video ha mostrato i numerosi quadri realizzati da donne nei lager o dopo la liberazione come quelli di Charlotte Salomon o di Alice Lok Chahana. Infine una marcia tutta femminile ha attraversato l’aula magna e ogni passo cadenzato batteva sul silenzio come il ritmo dei cuori di coloro che hanno sperato di non essersi spenti invano, perché il loro sacrificio sia di monito a tutti, perché l’”ALTRO” sia un hospes e mai più un hostis.


Non deve esserci UNA giornata della memoria, ma il dovere della conoscenza, della cooperazione e dell’amore per l’altro e con l’altro, la memoria siamo noi, ogni giorno!
L’Arte mette a nudo l’animo umano, essa ha il dovere della parresia.
Zacar!
La Dirigente Tania Barresi ha ringraziato il prof. Bonanno per i grandi punti di riflessione offerti.