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29/02/2020 06:00:00

Ecco come Nicosia avrebbe voluto incontrare il ministro Bonafede

 Dott. Prof. Antonino Nicosia.

Così si firmava nel giugno scorso l’ex collaboratore parlamentare della deputata Giuseppina Occhionero (eletta con Leu e poi passata ad Italia Viva), in una mail inviata all’onorevole regionale 5 Stelle Sergio Tancredi di Mazara del Vallo.

La richiesta era quella di intercedere presso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per un incontro sul rapporto tra i bambini e il carcere.

Un incontro che non c’è mai stato, ma che dà l’idea della grande capacità di Nicosia di manipolare le persone.

 

Nicosia, in realtà pregiudicato con una condanna a 10 anni e 6 mesi per traffico di droga, è stato arrestato per mafia nel novembre scorso.

Con la scusa dei diritti umani dei detenuti ed approfittando del suo ruolo di collaboratore parlamentare, secondo i carabinieri del Ros ed i pm Francesca Dessì e Gery Ferrara, avrebbe veicolato messaggi da e per le carceri per conto dei boss di Cosa nostra.  

Tra questi, ci sarebbe stato anche Filippo Guttadauro, cognato del latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro.

 

Non conosco questo signore. Non l’ho mai incontrato, né l’ho mai sentito al telefono  – ha detto di Nicosia a Tp24 il deputato regionale TancrediMi ha inviato una lettera di presentazione con una richiesta di incontro per il ministro Bonafede, che poi non ebbe alcun seguito.

In sostanza, aveva chiesto ad una mia amica se conosceva qualcuno del Movimento 5 Stelle che lo potesse aiutare a parlare con il ministro. Lei gli ha dato il mio indirizzo di posta elettronica.

Questo Nicosia mi ha quindi inviato una e-mail che, dopo averla letta, ho girato ad Alfonso Bonafede. Tutto qui. Tra l’altro, dalle intercettazioni pubblicate dai giornali, è evidente che parla di me senza nemmeno sapere che faccia io abbia. Da parlamentare, mi arrivano una trentina di e-mail al giorno, non sapevo fosse un millantatore che ha preso in giro un sacco di gente, diversamente non avrei mai inoltrato quella e-mail al ministro”.

 

In quella e-mail, Nicosia dice anche di dedicarsi da tempo all’attività e alla ricerca scientifica grazie “all’incarico di docente e ricercatore di ‘Pedagogia trattamentale penitenziaria’ nel Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Psicologiche della Università di Palermo”. Oltre, naturalmente, al “costante monitoraggio svolto mediante visite periodiche presso gli istituti penitenziari italiani”.

Ed inserisce anche, tutto fa brodo, anche la realizzazione del progetto “La coppola della Legalità” presso il carcere di Augusta.

Un’iniziativa che c’è stata davvero, della quale in effetti aveva parlato nell’ottobre del 2018 il quotidiano on line locale “Siracusa Times”, titolando appunto: “Augusta, al carcere di Brucoli il laboratorio dei volontari della San Vincenzo ‘La coppola della legalità’”.

I detenuti, scriveva il sito locale, impareranno a realizzare cappelli e potranno successivamente metterli in commercio.

 

Nicosia Voleva fare il salto di qualità.

E nei suoi progetti, come abbiamo già scritto, oltre a prendere il posto di Giovanni Fiandaca come Garante dei diritti dei detenuti in Sicilia, ci sarebbe stato anche quello di fondare un nuovo partito con Michele Capano (avvocato di Filippo Guttadauro) e Antonio Vaccarino, che invece avrebbe dovuto provvedere a finanziarlo attraverso l’aiuto dei servizi segreti.

 

Qualche giorno fa, a questa storia, si aggiunge un particolare inquietante, riportato da Riccardo Arena del Giornale di Sicilia.

Tra gli elementi di indagine ci sarebbero anche dei video in cui lo stesso Nicosia si registrava in momenti di intimità.

Momenti, in cui evidentemente non era da solo.

Inquirenti e investigatori del Ros – scrive Arena - stanno cercando di capire la natura e gli obiettivi di questo materiale: uso privato o possibili armi di ricatto nei confronti di personaggi per lui fondamentali?”.

 

Egidio Morici