Da oggi tutta l’Italia è «zona protetta». Conte ha firmato il decreto che ha chiamato “iorestoacasa” e che impone regole stringenti su tutto il territorio nazionale.
Il contagio in Italia non si ferma. Ieri in Italia si sono registrati 1.598 nuovi positivi, 97 morti e 102 guariti in più. Le persone in terapia intensiva sono 733 (+83). Il paziente uno di Codogno migliora e respira da solo. Ridotto il numero di deputati in aula a Montecitorio. La giustizia amministrativa si ferma fino al 22 marzo. Chiusi tutti gli impianti sciistici.
Per l’Oms «il rischio di pandemia ora è molto reale». Finora più di 500 morti in Europa. Con gli ultimi casi di Cipro, ora tutti i paesi dell’Ue sono colpiti. In Spagna in 24 ore i contagi sono quasi raddoppiati e hanno raggiunto quota mille. I primi morti in Germania
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Alle 21.36 Giuseppe Conte s’è presentato in conferenza stampa a palazzo Chigi e ha annunciato che da oggi tutto il territorio italiano è «zona protetta» fino al 3 aprile. Il testo del decreto - di un solo articolo, che è andato in Gazzetta ufficiale già ieri sera (lo potete scaricare cliccando qui) e che è stato condiviso dalle opposizioni, dal Quirinale e dalle Regioni - estende a tutta Italia le misure stringenti applicate da domenica in Lombardia e in altre 14 province del nord. Nessuno spostamento è permesso se non per comprovate necessità, di lavoro o di motivi di salute. «I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e ahimé anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti», ha detto Conte. «Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come “io resto a casa”. Non ci sarà più una zona rossa nella penisola. Ci sarà l’Italia zona protetta». Il premier ha fatto sapere anche che le attività didattiche saranno ferme fino al 3 aprile e che anche lo sport si bloccherà, con buona pace della Lega Serie A di calcio.
«Intanto lo stesso Conte conferma l’idea di nominare un supercommissario per “coordinare meglio” l’emergenza coronavirus. Fra gli altri compiti avrebbe quello dell’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie. L’ipotesi potrebbe farsi concreta già oggi: il centrodestra lo chiede come una sorta di garanzia, Palazzo Chigi ieri resisteva, soprattutto per l’opposizione del M5S. Nel governo c’è però il terrore del ripetersi di scene come quella di sabato con l’assalto ai treni e con il rischio sempre più concreto di un’esplosione dell’epidemia nel Meridione dove il sistema sanitario nazionale non ha le risorse del Nord. Matteo Renzi da giorni stuzzica il presidente del Consiglio e propone il nome di Guido Bertolaso. Si fa anche il nome del prefetto Gianni De Gennaro, oggi presidente di Leonardo» [Bartoloni-Ludovico, Sole]. Bertolaso ha risposto: «Grazie, ma lavoro in Africa con mia figlia» scrive Il Giornale.
Stefano Folli (Repubblica) individua nella nomina del super-commissario un passo importante verso il governo istituzionale di unità nazionale, cioè una mossa che preparerebbe il pensionamento di Conte e della sua maggioranza. Di qui la fortissima opposizione del M5s e la felpata resistenza del premier.
Alle 18 di ieri sera le persone positive al coronavirus in Italia erano 7.985 (+1.598 nelle ultime 24 ore). I morti 463 (+97). I guariti 724 (+102). Pazienti ricoverati con sintomi: 4.316 (+759); in terapia intensiva: 733 (+83); in isolamento domiciliare fiduciario: 2.936 (+756).
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Tutti i giornali hanno in prima pagina la foto di Elena Pagliarini, 40 anni, infermiera a Cremona, crollata per il sonno, con mascherina e tutto, davanti alla tastiera del computer.
«Attenzione a far stare i bambini con i nonni. I bambini sono il veicolo privilegiato usato dai virus per raggiungere i nonni. Il contagio è favorito anche dalla impossibilità di prendere misure di minima sicurezza, come la distanza a un metro, non baciarsi, non stringere la mano. È vero che i bambini non si ammalano, ma possono essere infettati dal Sars-CoV2 e avere solo sintomi banali, simil-influenzali. In questo caso si trasformano in bombe biologiche di diffusione del virus. Questo è il momento, purtroppo, di separare i bambini dai nonni, affinché possano presto riabbracciarli con gioia e sicurezza» scrive Il Fatto.