Prosegue la fase di liquidazione dei Consorzi Asi siciliani. 264 capannoni, rustici e industriali, ma anche lotti di terreni, edifici, centri polifunzionali. Questi gli immobili nelle 11 zone industriali, in totale 33 agglomerati attivi dell'Isola su 1.750.000 metri quadri di terreno per un valore complessivo che, nel 2013 era di 133 milioni di euro. Ai commissari liquidatori dei Consorzi, per quelli di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Gela Giovanni Galoppi e per Catania, Enna, Siracusa, Ragusa, Calatino di Caltagirone e Messina Achille Piritore, spetta il compito di procedere alla vendita di tutto il patrimonio immobiliare.
Consorzi Asi e Irsap - Tutte le procedure di liquidazione dei consorzi sono controllate dall'assessorato regionale all'Economia e da quello delle Attività produttive. «È bene precisare che c'è una differenza sostanziale fra Irsap, Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive e Consorzi Asi della Sicilia in Liquidazione che determina appunto una netta separazione tra i Consorzi e l'Irsap: quest'ultimo soggetto distinto e autonomo rispetto ai Consorzi Asi posti in liquidazione che rimangono soggetti giuridici autonomi», comunica l'amministrazione Irsap. Nota di precisazione necessaria perché «i rapporti attivi e passivi dei soppressi Consorzi», continuano dagli uffici, «permangono in capo agli stessi posti in liquidazione e ciò fino alla definitiva chiusura delle operazioni di liquidazione. In nessun caso è consentito che le singole posizioni debitorie dei soppressi Consorzi Asi possano transitare all'Irsap ovvero nel bilancio della Regione».
Le strade delle aree industriali devono essere trasferite ai Comuni in cui ricadono. Attualmente sono state lasciate ai Comuni in cui ricadono le strade della zona industriale di Palermo, quelle di Trapani, Caltanissetta e Gela. L'Irsap, intanto, ha inserito venti progetti proposti dall'Istituto nel Patto per il Sud - FSC 2014/2020 per 50 milioni, nel piano delle opere pubbliche, la cui spesa sarà spalmata secondo cronoprogramma fino al 2022. Di questi progetti sono state già aggiudicate 10 in via definitiva, 5 sono in corso e 3 ancora da bandire metre ci sono 3 progetti in fase di aggiornamento.
I progetti che riguardano tutti i distretti industriali siciliani: 3 ad Enna, 5 Agrigento, 2 Palermo, 1 Gela, 4 Ragusa, 1 Siracusa, 2 Caltanissetta, 1 Catania, 1 Trapani. I cantieri delle opere di riqualificazione avviati e da avviare cambieranno il volto delle zone industriali siciliane, la sicurezza con apparati di videosorveglianza e i servizi, fra cui l'illuminazione pubblica a risparmio energetico nell'ottica della sostenibilità ambientale. «Irsap in questi ultimi anni si è mosso nell'interesse dei bisogni e delle esigenze delle aree industriali della Sicilia, accelerando il processo dei progetti di riqualificazione esistenti, finanziandoli e mettendoli in gare per migliorare le infrastrutture esistenti mediante i finanziamenti pubblici dice Giovanni Perino, commissario ad acta dell'Irsap.
L'Area Industriale di Trapani - Riguardo ai Consorzi Asi, non possiamo non ricordare la nostra inchiesta incentrata proprio sull'Area Industriale trapanese che doveva essere un'area di sviluppo e invece contributi pubblici e agevolazioni sono stati utilizzati per creare imprese che poi sono andate altrove o hanno chiuso, o sono fallite, o per finanziare imprenditori che, anzichè creare attività industriali hanno poi rivenduto o affittato i loro lotti e i capannoni per supermercati e aree commerciali, con operazioni immobiliari spericolate, muretti spariti, procedure singolari.
L’area industriale di Trapani era gestita dal Consorzio Asi, creato con legge regionale 1/84. Questo è stato sciolto dalla Regione Siciliana, come i restanti consorzi in giro per l’isola, quando, qualche anno fa, è stato creato l’Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive. L'Asi pubblica sul sito l’elenco delle ditte insediate nella zona artigianale. Sembra un distretto industriale del nord - est. In realtà si tratta in parte, di aziende chiuse, fallite, o che non hanno addirittura mai iniziato l’attività. Insomma, più che creare vero e duraturo sviluppo si è assistiti ad una grande speculazione immobiliare.
Si è sfruttata ad esempio, la Legge 448/1992, la più famosa misura in Italia per il finanziamento delle nuove imprese. Nell’area industriale di Trapani è successo però che molti capannoni sono stati costruiti a condizioni di favore. Ma una volta realizzati, sono stati poi svenduti o affittati per ospitare attività commerciali o centri direzionali che nulla hanno a che vedere con le attività produttive e che si possono realizzare solo al massimo nel 10% dell'area. In sintesi: l'imprenditore chiede il terreno, lo compra a prezzo di favore, ottiene i finanziamenti per un’attività di impresa, poi in realtà realizza solo il capannone, e lo affitta.
Oggi nella zona industriale c’è di tutto: grossi negozi di calzature, la Conad, altri supermercati, Euronics. Immobili che ospitano altri supermercati, altri che sono stati affittati a compagnie telefoniche. Alla spartizione dei lotti hanno partecipato tutte le famiglie che contano a Trapani: Mucaria, D'Angelo, Maurici, Culcasi. Per leggere l'inchiesta completa sull'area industriale di Trapani potete farlo cliccando: (qui la prima parte), (seconda parte), (terza parte), (quarta parte) e (quinta parte).