Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/03/2020 10:50:00

Marsala, un'ordinanza vieta di coltivare fave, piselli e fagioli. Ecco dove e perché

A Marsala, un caso di “favismo” è stato portato all'attenzione del sindaco Alberto Di Girolamo. Una mamma, infatti, ha comunicato che i propri due figli in tenera età sono affetti da “deficit di G6PD”, allegandone la certificazione del proprio pediatra.

Da qui, la conseguente emanazione di un provvedimento a tutela dei due bambini, sentito anche il dirigente dell’Ufficio Igiene Pubblica dell’Asp. Nel caso specifico, l'ordinanza emanata dal sindaco Di Girolamo - nella qualità di Autorità sanitaria locale - vieta la coltivazione di fave, piselli e fagioli entro un raggio di 300 metri, in linea d’aria, dall'abitazione dove risiedono i due piccoli (vicolo Paestum), nonché dalla scuola primaria “G. Pascoli” (via Delle Sirene) e dalla scuola d’infanzia “Garibaldi” (via Rubino), istituti frequentati dagli stessi bambini.

Il suddetto divieto di coltivazione è esteso anche nel raggio di 300 metri dall’abitazione dei nonni materni (traversa di via Tunisi), tenuto conto che - come accertato dalla Polizia Municipale - nelle vicinanze insiste un terreno attualmente coltivato a fave e piselli. Inoltre, il provvedimento sindacale - a tutela della salute di quanti in città sono affetti dalla patologia del “favismo” - impone ai titolari di attività commerciali espletate nel territorio comunale (sia in sede fissa che su aree pubbliche) di vendere fave fresche solo preconfezionate in sacchetti sigillati.

Le stesse attività devono esporre un cartello, ben visibile ai clienti, con la dicitura "in questo esercizio commerciale sono esposte e/o poste in vendita fave fresche in forma sfusa". Il provvedimento sindacale - nel confermare la gravità della patologia legata al favismo, con conseguenze anche letali per i soggetti che ne sono affetti - ha carattere temporaneo, fino alla emissione di una nuova ordinanza di revoca.