C’è chi fa jogging e chi non ha potuto vedere il padre morire, chi decide di fare la spesa ogni giorno e chi ha gli occhi colmi di lacrime per non avere stretto la mano alla persona cara che ha lasciato questa terra. E’ un tempo beffardo, ti ruba gli affetti e ti mette allo stremo.
Racconta la sua storia una ragazza, Anna, che ha perso il padre, un imprenditore di Vigevano di 78 anni. Se ne è andato così, senza poter salutare le nipoti e la figlia, la moglie.
Senza i vestiti, nulla. Nessuno lo ha più potuto vedere, il suo corpo cremato, non ci sono posti per la sepoltura. A casa adesso c’è un’urna, le ceneri, gli occhiali e il suo orologio.
Un uomo che pochi minuti prima di morire, rendendosi conto della sua gravità, ha trovato la forza di scrivere un messaggio whastapp a sua figlia: “Non vi preoccupate, io sono immortale”.
Essere forza per gli altri quando i tuoi polmoni a breve non ti consentiranno più alcun respiro. E’ questo ciò che accade, il Coronavirus non guarda in faccia nessuno, arriva, ti contagia, ti porta via con se. Questa è la storia di Luciano Mercalli, ed è giusto che queste storie vengano raccontate per meglio comprendere l’emergenza dei nostri tempi.