Dal dopoguerra a oggi, l’Italia sta attraverso la sua ora più buia. E gli italiani, con passione e creatività, dai balconi delle proprie case ogni giorno provano a rischiarare quell’oscurità, inventandosi nuovi modi per farsi comunità, per sentirsi davvero una nazione, per riconoscere una voce comune.
Quella voce comune venerdì 20 marzo alle ore 11 diventerà un unico canto, il canto degli italiani ovvero l’Inno di Mameli, che verrà trasmesso contemporaneamente, per la prima volta nella storia, dalle radio di tutto il paese, emittenti nazionali e locali, anche su piattaforme streaming e televisioni. Tra tutte ci sarà pure RMC101.
L’inno verrà poi seguito da tre tra canzoni che hanno fatto la storia della musica nazionale.
L’iniziative è stata chiamata La Radio per l’Italia.
È sempre difficile immaginarsi che le parole dell’inno che accomuna ogni italiano, siano state scritte da un ragazzo di vent’anni che l’Italia non ebbe il tempo di conoscerla. Morto nel 1849, dodici anni prima dell’Unità, per Goffredo Mameli l’Italia era un progetto, un desiderio. Una nazione che non esisteva ancora - e forse ancora oggi non esiste -, per cui quotidianamente sacrificarsi; l’Italia era lo stato ideale in cui tutti gli italiani avrebbero desiderato abitare.
Allora, venerdì alle 11, su RMC101 e su tutte le radio d’Italia, ascoltando e cantando insieme l’inno nazionale, sarà la storia e il futuro di ciascun italiano a prendere voce. Una voce comune, nell’ora più buia.