La Sicilia ha la percentuale più alta in tutta Italia (82,2) per diffusione del lavoro part time involontario. Questo dato emerge dal frutto della collaborazione tra Istat, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal.
Nel Mezzogiorno, inoltre, il part time involontario sfiora l’80% contro il 58,7% nel Centro-nord, a fronte di una diffusione analoga nelle due ripartizioni. Il part time involontario è più diffuso nei servizi alle famiglie, nelle professioni non qualificate e tra gli atipici.
Negli ultimi vent’anni il numero di lavoratori a tempo parziale in Italia è aumentato di oltre il 60%, a fronte di un aumento complessivo dell’occupazione pari al 10,3%, passando da 2,6 milioni nel 1998 ai 3,3 milioni nel 2008, ai 4,3 milioni nel 2018. Tra i diversi fattori che hanno inciso sulla crescita del part time vi è l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro. Un fattore che rende il lavoro a tempo parziale con una connotazione di stampo femminile: oltre tre quarti degli occupati con questo regime orario sono donne, quota che va da un minimo nel settore delle costruzioni al massimo nei servizi alle famiglie, dove oltre il 90% del part time è svolto da donne.