Anche la Uilcom condivide l'allarme lanciato dal Movimento Difesa del Cittadino e chiede un intervento urgente del Governo: "I buoni pasto rappresentano un sostegno fondamentale per le famiglie". Il Governo ha adottato diverse misure per sostenere i lavoratori in questa fase emergenziale da Coronavirus e ha caldamente invitato tutte le aziende, che siano in condizione di farlo, ad adottare lo Smartworking per i propri dipendenti.
Il DPCM dell’11 marzo 2020, in particolare, ha disposto che sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. Moltissimi lavoratori hanno avviato così lo Smartworking, abbattendo il rischio di contagio. Ma, tra questi, sono moltissimi anche coloro che si sono visti bloccare l’erogazione dei buoni pasto.
"Questo Sindacato condivide e perora l'impegno nella campagna fatta dal Movimento Difesa del Cittadino - scrive in una nota il responsabile territoriale di Uilcom Francesco Silvano - per “Il buono a tavola” con l’obiettivo di informare i consumatori/lavoratori sulla natura, le caratteristiche e l’utilità dei buoni pasto, e s'associa all’allarme sullo stop ai buoni per chi è stato costretto, nel rispetto dei Decreti del Governo, a restare a casa pur continuando a lavorare".
"La UILCOM, considerato il protrarsi dell'emergenza, chiede un intervento urgente del Governo - continua Silvano - perché, puntualizzi che i buoni pasto rappresentano un sostegno fondamentale per la spesa alimentare delle famiglie, - tanto più in piena emergenza Covid-19 e, inoltre, pur essendo consapevoli e rispettosi degli accordi sottoscritti chiede, durante l'emergenza, alla Tim di riconoscere comunque, per le ragioni di cui sopra, i buoni pasto a tutti i lavoratori impegnati a lavorare in Smartworking. Siamo certi che, sensibili al caso, la TIM possa accogliere l'invito sollevato e, quindi, riconosca con le competenze prossime i Ticket".
“In un momento così drammatico che interessa e coinvolge tanto i datori di lavoro che i lavoratori, tutte le aziende che hanno la possibilità di proseguire le proprie attività mediante il lavoro agile, possono e devono continuare a riconoscere ai propri dipendenti le misure di welfare. Tra queste, quella del buono pasto “è senz’altro tra le più auspicabili - conclude Silvano - sospendendo eventuali accordi aziendali specifici in senso contrario. Seppur minimo, il buono pasto rappresenta comunque un aiuto importantissimo per la spesa alimentare di milioni di famiglie di lavoratori alle prese con la drammatica pandemia del Covid-19 in atto”.