I numeri dei morti e dei contagiati da Coronavirus nelle regioni rosse del Nord, in special modo in Lombardia, agitano i governatori regionali del Sud.
Del resto sono numeri drammatici, i morti hanno affollato i palazzetti, le salme sono state trasportate dai carri dell’esercito. Numeri terribili, ci sono stati fino a 793 morti in un solo giorno, ma anche temili perché l’emergenza ha toccato già il meridione del Paese che non ha la stessa tenuta sanitaria del nord, lo si riconosca.
Dal governo nazionale non arrivano confortanti notizie ma degli annunci, a cui però poi non si fa seguito.
A centrare il punto è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che scrive una lettera al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e a i Ministri.
Punta il dito sulla comunicazione fuorviante, non rassicurante, e non certamente della comunicazione giornalistica, che sta facendo sforzi sopra ogni natura pur di assicurare la corretta e puntuale informazione nonostante dalle Regioni e dalle Asp le comunicazioni sui dati dei contagiati arrivino quando decidono loro, è il caso della Sicilia e di Trapani.
La comunicazione di cui parla De Luca è quella istituzionale congiuntamente al fatto che mancano, perché mai inviate, le forniture essenziali per rendere operative le terapie intensive create dalle varie Regioni: non sono arrivati i ventilatori polmonari, zero mascherine, zero dispostivi di sicurezza per i medici: “Governo assente”, lo scrive chiaro il governatore campano.
Il Sud si prepara al peggio pur sapendo che se i numeri esploderanno, come al Nord, si potranno solo contare i morti, una sottovalutazione grave e pericolosa. Per questo è stato chiesto l’intervento immediato del governo.
La Regione Campania ha chiesto nello specifico 253 ventilatori per la terapia intensiva e non ne sono stati consegnati nemmeno uno, 350 ventilatori per la sub intensiva e anche qui nessuna consegna, 350 caschi protettivi, 2600 maschere, 150.000 tubi endotracheali e da Roma non è arrivato nulla.
E quelle che è stato consegnato, su richiesta, che riguarda il fabbisogno settimanale per la dotazione dei dispositivi di sicurezza, ha una capacità numerica notevolmente inferiore e non può soddisfare la richiesta e la reale necessità ed urgenza. E’ la Sanità che si svela nella sua precarietà proprio nel momento dell’emergenza.