17,15 - «Informo la cittadinanza che due cittadini di Castellammare, in isolamento con la famiglia da giorni, sono risultati positivi al tampone per il Covid- 19. Comunicheremo tempestivamente ulteriori sviluppi»
Lo fa presente il sindaco Nicolò Rizzo che precisa: «Le autorità sanitarie da giorni monitorano la famiglia in isolamento e la situazione al momento è sotto controllo. Invito la cittadinanza a mantenere la calma, non farsi prendere dal panico e rispettare le misure di contenimento uscendo il meno possibile da casa. Come sappiamo la diffusione del virus è in crescita e nonostante le misure adottate il contagio è in fase molto avanzata. Ripeto che occorre evitare spostamenti non necessari. Invito ancora tutti alla calma assicurando che la situazione è costantemente monitorata ed eventuali nuovi sviluppi-conclude il sindaco Nicolò Rizzo- saranno comunicati tempestivamente».
16,35 - Sono 53, ufficialmente, i casi positivi al coronavirus in provincia di Trapani.
C'è qualcosa che non quadra, perchè secondo la Regione i casi in provincia di Trapani sono 49.
10 sono ad Alcamo, 3 a Castelvetrano, uno è di Erice, uno di Valderice.
6 casi sono a Marsala, 5 a Mazara del Vallo, 2 a Paceco.
Salemi, zona rossa, registra 14 casi.
Il capoluogo, Trapani, ha nove casi. Uno ciascuno ne hanno Castellammare del Golfo e Campobello di Mazara.
Di questi 53 positivi, 23 sono ricoverati. Non sappiamo quanti siano in terapia intensiva.
16,00 - Sono 49 i contagiati dal Coronavirus in provincia di Trapani. Lo conferma la Regione Siciliana nel quotidiano rapporto.
Il conto dei positivi in provincia di Trapani aumenta di solo un contagiato rispetto a ieri. Si tratta dell'uomo di Mazara del Vallo.
14,05 - C'è un quinto contagiato dal covid-19 a Mazara del Vallo. A comunicarlo è lo stesso sindaco Salvatore Quinci tramite un video che potete vedere qui sotto all'articolo.
Il sindaco comunica di aver appreso dall'ASP del nuovo caso di positività. La persona, di mezza età, risultata positiva al tampone era in quarantena da tempo e i contatti che ha avuto sono ridotti. Pur ricoverato si trova in buone condizioni di salute e non desta preoccupazioni.
Il sindaco Quinci invita ancora una volta i cittadini a restare a casa e si rivolge anche a quelli che stanno cercando di ritornare a Mazara da fuori, ricordando che la Sicilia è chiusa e che non sa come poterli aiutare, visto che arrivano richieste di aiuto al comune.
06,00 - Sono 35 i posti letto in terapia intensiva in provincia di Trapani.
Sono aumentati negli ultimi giorni per far fronte all’emergenza coronavirus. Lo ha comunicato ieri la Regione Siciliana nel punto sulle misure che sta prevedendo per attrezzare la sanità siciliana nella lotta contro il virus. In provincia di Trapani sono previsti anche 165 nuovi posti letto.
Aumentano i posti letto, come d’altronde anche i casi di Coronavirus in provincia di Trapani.
Salemi zona rossa chiusa in entrata ed uscita è la città con più contagiati, 14 (per un errore di registrazione l’Asp ieri ha comunicato che erano 15). Nel frattempo l’assurda situazione di Messina ha visto coinvolta una coppia di trapanesi bloccati a Villa San Giovanni che finalmente ieri sera sono riusciti a tornare a casa. A Marsala parla un “addetto ai lavori” e spiega cosa prevede la legge in materia di sicurezza negli ospedali.
I DATI
Sono 48 i positivi al Coronavirus in provincia di Trapani, come comunica l'Asp provinciale.
Ecco la distribuzione dei contagiati per città: Alcamo 10; Castelvetrano 2; Erice 1; Valderice 1; Marsala 6; Mazara del Vallo 4; Paceco 2; Salemi 14; Trapani 8.
Sono 22 le persone ricoverate. Di cui 12 a Trapani: 7 in reparto Covid 7; 5 in Terapia Intensiva.
A Marsala i ricoverati sono 10: 8 in Covid; 2 Terapia Intensiva.
Sono stati effettuati in totale 668 tamponi effettuati.
IL CASO CARDIOLOGIA A TRAPANI
Nel reparto di cardiologia del Sant'Antonio Abate di Trapani è scattato il protocollo di sicurezza sanitaria dopo che un paziente è risultato positivo al Coronavirus.
Il soggetto contagiato è stato subito messo in isolamento, mentre per medici e infermieri sarà effettuato il tamppone.
La situazione, secondo fonti di Tp24, è comunque tranquilla, perché il paziente, che si era recato in cardiologia, è stato subito isolato. Per fortuna non era stato ancora ricoverato.
L’ODISSEA DEI TRAPANESI A MESSINA
Sono tornati a casa Gianna Simonte, valdericina, e Giuseppe Morana, marsalese, che per un giorno e mezzo sono rimasti bloccati a Villa San Giovanni per il blocco dello Stretto di Messina. Ieri sera c’è stato il via libera, faranno la quarantena, e possono tornare a casa. Il loro racconto di quelle ore è stato incredibile.
"Senza cibo, acqua, servizi essenziali, riscaldamento ormai. Neanche le bestie si trattano così. Per la prima volta nella nostra vita ci stiamo vergognando di essere italiani".
Il loro rientro in Sicilia è diventato una odissea.
Gianna e Giuseppe sono sbarcati dalla nave da crociera Costa Pacifica dove hanno lavorato per sei mesi. Scaduto il contratto, il rientro a casa. La polizia ferroviaria ha permesso alla coppia di partire, in treno, da Roma, con l’autocertificazione. Giunti in Calabria marito e moglie, però, sono rimasti bloccati, assieme ad altre persone. “Siamo partiti sani – afferma Gianna – e ora rischiamo di ammalarci, qui ci sono sei gradi. Nessuno ci dice niente, non sappiamo cosa ci aspetterà nelle prossime ore, sappiamo solo che così non possiamo reggere”.
SICUREZZA ALL’OSPEDALE DI MARSALA
Da alcuni giorni abbiamo letto, su media e Social, commenti e lagnanze manifestate da alcuni operatori sanitari del Presidio Ospedaliero "Paolo Borsellino" di Marsala che lamentavano di aver ricevuto direttive per provvedere all'apertura ed alla gestione del cd. Reparto Covid 19 (individuato al IV piano del citato nosocomio, all'interno della ex U.O. di Pneumologia) senza ricevere, in pratica, tutte le informazioni previste dalle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
Al fine di dirimere dubbi ed incertezze abbiamo posto dei quesiti ad un addetto ai lavori che ha cercato di chiarire in modo semplice la vicenda.
"In considerazione del fatto che la Sicurezza nei luoghi di lavoro costituisce un argomento molto complesso ed in continua evoluzione, ancora oggi dibattuto in sede di convegni e seminari, cercherò di rispondere con semplicità ma, allo stesso tempo, in modo esaustivo.
Dal primo istante in cui un'azienda, pubblica o privata, con almeno un lavoratore dipendente, intraprende la propria attività, deve, obbligatoriamente, provvedere alla redazione del DVR.
L'acronimo DVR sta ad indicare il Documento di Valutazione dei Rischi e indica quel documento che la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs 81/2008 e ss.m.i.) ha imposto a tutte le aziende con almeno un lavoratore, come mezzo per assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’art. 2 del D.Lgs. 81/2008 definisce la “valutazione dei rischi”, come una valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza.
Il DVR si estrinseca, quindi, in un vero a proprio strumento che garantisce la sicurezza e tutela la salute dei lavoratori, per questo motivo deve essere aggiornato periodicamente, specialmente laddove si verifichino cambiamenti aziendale.
La principale funzione del DVR aziendale è quella di identificare i rischi per la salute e per la sicurezza connessi al lavoro nell’azienda e a definire gli interventi da attuare per eliminare o ridurre tali rischi.
A tal fine, tale documento deve contenere:
- una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
- l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a);
- il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
- l’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
- l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio;
- l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento”.
Si intende ribadire, in risposta al quesito posto, come l’art. 29, comma 3, del citato D.Lgs stabilisca che:
" La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2, in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. ...”.
A questo punto corre l'obbligo spendere due parole per i D.P.I., ossia i Dispositivi di protezione individuali.
Il datore di lavoro, essendo il soggetto sul quale ricade l'obbligo di responsabilità nella scelta di un dispositivo di protezione - adeguato alle necessità riscontrate nella valutazione dei rischi, al momento della scelta dei D.P.I. dovrà operare:
individuando le caratteristiche e l'adeguatezza dei D.P.I. in funzione alla natura dei rischi
adeguando la scelta dei D.P.I. ogni volta che le condizioni di rischio dovessero modificarsi.
Per ottemperare ai citati obblighi, i lavoratori:
- si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro, ai sensi dell'art. 78 del D.Lgs 81/2008;
- utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all’informazione (art. 36 D. Lgs 81/08) e alla formazione (art. 37 D. Lgs 81/08) ricevute e all’addestramento eventualmente organizzato ed espletato, ai sensi dell’articolo 20, comma 2, lettera d), dello stesso decreto.
La mancata osservanza delle disposizioni testè citate costituisce fattispecie penalmente rilevanti - ai sensi del più volte citato D. Lgs 81/08 - a carico del datore di lavoro ed in taluni casi anche del Preposto e del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Va ricordato come il legislatore abbia demandato la vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a ciascun Azienda Sanitaria competente per territorio, per il tramite del Dipartimento di Prevenzione, il cui personale riveste la qualifica di agente/ufficiale di polizia giudiziaria."