Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/03/2020 11:42:00

Coronavirus, il virologo Fabrizio Pregliasco preoccupato per il Sud Italia

 E' preoccupato per il Sud Italia il virologo Fabrizio Pregliasco. «La nuova frontiera dell'epidemia di Coronavirus è il Sud Italia, attrezzarsi subito». È questo l'allarme lanciato dal virologo dell'Università di Milano che sottolinea come le Regioni meridionali possano far tesoro dell'esperienza del Nord. «Per ora - spiega - ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un'ondata».

Al momento dunque, spiega Pregliasco, «i focolai al Sud appaiono più ristretti e la speranza è di riuscire a migliorare il controllo per impedire che tali focolai possano espandersi ulteriormente». Insomma, afferma, «bisogna organizzarsi per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore, ma continuano ad esserci dalle Regioni meridionali segnalazioni della necessità di implementare le dotazioni di dispositivi di protezioni individuale spesso insufficiente». Cruciale, secondo Pregliasco, è quindi «attrezzarsi per tempo, perchè anche al Nord lì l'epidemia è partita in modo subdolo e rallentato per poi avere uno sviluppo verticale repentino. Il rischio - conclude - è che possa succedere anche al Sud»

Le attuali misure di rigore ed isolamento «saranno necessarie ancora per settimane, ma quando si avrà la riapertura del Paese sarebbe opportuno effettuarla gradualmente per quanto riguarda le aziende, sulla base dell'utilità sociale delle produzioni», spiega poi Pregliasco. «Opportuno sarebbe anche prevedere una tempistica differenziata per il ritorno alla vita sociale e l'uscita da casa, con le fasce anziane e fragili che andrebbero protette in modo particolare».

«Dalla Lombardia arrivano i primi segnali positivi, ma occorrono almeno altri 15 giorni di blocco. Poi, verso metà aprile, si potrà pensare a una riapertura progressiva e mirata, tutelando soprattutto gli anziani e i fragili».

Secondo il virologo anche dopo metà aprile «gli anziani dovranno stare ancora a casa, e i pronto soccorso dovranno essere dotati, oltre ai cerotti, di stock di mascherine, in attesa di una seconda ondata». Ma dunque ci sarà una seconda ondata di Covid-19? «Non si può escludere: con queste misure di mitigazione abbiamo tolto la punta alla curva, ma il virus non sparirà all'improvviso. Dobbiamo sottolineare che l'incremento percentuale in Lombardia sembra essersi stabilizzato - rileva Pregliasco - Certo la situazione di Milano un pò preoccupa, e per questo è importante non mollare. Mentre a Roma, dove considerate le dimensioni la situazione è delicata, il blocco sembra stia funzionando».