18,30 - Sono numeri che infondono speranza come non mai da un mese a questa parte, quelli dei contagi da coronavirus Italia. Il segnale più significato e tangibile della controtendenza della diffusione del virus arriva dal dato dei nuovi contagiati che è di 1648 rispetto a ieri. Domenica, invece, l'incremento era stato di 3.815, più del doppio. Complessivamente gli ammalati attuali sono 75.528 e i morti totali sono 11.591. Oggi sono stati più 812 e domenica l'aumento era stato di 756.
Altro dato di speranza è quello dei guariti. Sono 14.620 le persone che in Italia non hanno più il codiv-19 dopo averlo contratto, 1.590 in più di ieri. Quello di oggi è il numero più alto di guariti dall'inizio dell'emergenza. Ieri l'aumento dei guariti era stato molto più basso di 646.
MORTI ALTRI DUE MEDICI - Purtroppo si registrano altri due medici deceduti per Covid-19. La notizia è stata diffusa dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Guida Riva, medico di Bergamo, e Valter Tarantini, ginecologo di Forlì. I medici in totale deceduti 63.
Intanto, secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità relativi a ieri, sono 8.358 gli operatori sanitari contagiati, 595 in più rispetto al giorno precedente.
06,00 - Anche se ancora eccessivi ci sono meno decessi e meno ricoverati in terapia intensiva dovuti al Coronavirus, è questo il trend degli ultimi giorni che fa ben sperare. Abbiamo rallentato il dramma di queste settimane".
Cauto ottimismo dell'esperto e i dati - Luca Richeldi, pneumologo e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute, è cautamente ottimista per i dati dell'emergenza coronavirus in Italia. Il bilancio giornaliero registra 3.815 malati in più (totale 73.880) e un incremento di 756 vittime, che porta il bilancio sempre più pesante a 10.779 morti (sabato l'aumento era stato di 889). Mentre in terapia intensiva si trovano ora 3.906 malati, solo 50 in più rispetto a ieri. Un dato ritenuto significativo come quello dei guariti, che non sono aumentati come sabato ma hanno comunque subito un incremento significativo di 646, che porta il totale a 13.030. Ed è la tendenza incoraggiante degli ultimi giorni, nonostante le cifre sempre impressionanti dei decessi, a spingere il governo e tutti gli esperti all'appello a non mollare la presa sulle misure di contenimento. Segnali positivi arrivano dunque dall'analisi dell'andamento della curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia, ma ciò conferma la necessità di andare avanti con le rigorose misure di isolamento in atto perchè, affermano gli esperti, non si vede ancora una vera inversione di tendenza. Il tutto con una particolare attenzione per il Sud che, sopratutto in questa fase, può rappresentare un grande rischio e deve essere "sorvegliato speciale". La scheda con i dati nazionali:
Il Governo pronto a prorogare le misure - Il ministro della Salute Speranza "Siamo ancora nel pieno dell'epidemia - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora". L'altro ministro Francesco Boccia conferma che "le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate". Il premier Giuseppe Conte sentirà già dalle prossime ore il Cts, che però ha già detto chiaramente qual è la sua posizione. "Sarebbe da matti non prorogarle, squadra che vince non si cambia", ribadisce Richeldi, componente del Comitato. Insomma, la 'serrata' va mantenuta ancora per settimane.
Il virologo Pregliasco: "Segnali positivi ma bisogna continunare con l'isolamento sociale" - I dati della curva epidemica danno segnali positivi, ma ancora insufficienti per poter pensare che siamo ad una svolta. Tempo e gradualità è ciò che raccomanda, il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano: "Da quello che emerge, nei limiti della rappresentatività dei dati giornalieri, possiamo parlare di un segnale positivo che, al momento, conferma la necessità di continuare ad insistere con le rigorose misure di isolamento sociale in atto perchè non siamo ancora davanti ad una vera inversione di tendenza". In questo quadro, una particolare attenzione va alle Regioni del Centro-Sud, dove potrebbe verificarsi un aumento dei casi: "Ora la nuova frontiera è proprio il Sud. Per il momento - continua Pregliasco - ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un'ondata. La speranza è di riuscire a migliorare il controllo per impedire che tali focolai possano espandersi ulteriormente". Insomma, "bisogna organizzarsi per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore, ma continuano ad esserci dalle Regioni meridionali segnalazioni della necessità di implementare le dotazioni di dispositivi di protezione individuale spesso insufficienti". Cruciale, secondo Pregliasco, è quindi "attrezzarsi da subito, perchè anche al Nord l'epidemia è partita in modo subdolo e rallentato per poi avere uno sviluppo verticale repentino. Il rischio è che possa succedere anche al Sud".