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30/03/2020 06:00:00

Il "Covid Hospital" a Marsala. E' stata una buona scelta? Sicuramente non la più logica

 Le scelte della Sanità sono sempre orientate dalla politica, lo sono state in passato e anche adesso, quando il momento imporrebbe rigore, determinazione e soprattutto abnegazione verso il senso alto del servire i cittadini. Si continua a pensare, e a fare, della Sanità un mero strumento politico.

Ci chiediamo: come mai l’ospedale di Marsala, il Paolo Borsellino, è diventato Covid Hospital, e non un altro nosocomio? Come mai si è deciso per lo smantellamento dell’ospedale marsalese?

La decisione è stata presa a Palermo, dall’assessorato alla Salute, non confrontandosi con i diretti interessati, cioè con quanti lavorano ed operano in quell’ospedale. Non stiamo parlando solamente di medici e paramedici:  c’è tutto un mondo che ruota attorno al "Paolo Borsellino", che ne conosce ogni singola mattonella,  oltre che ogni criticità.


La scelta, dicevamo, è stata politica.
Come del resto lo sono state in passato le scelte di potenziare o depotenziare i reparti. Ma qui siamo in emergenza e la crisi sanitaria impone una certa lucidità per il bene della collettività.
Ad esempio, altra domanda: come mai si è deciso di potenziare l’ospedale di Alcamo nonostante la struttura sia fatiscente?
Ma le domande sono tante e soprattutto legate non solo all’emergenza da Covid-19, perché la vita va avanti al di là del coronavirus, e nel nostro territorio si continueranno ad avere delle trombosi, degli infarti, ictus, emorragie, magari non incidenti gravi con le auto (visto il divieto di circolazione se non per comprovate necessità) ma si può cadere ugualmente dalle scale della propria abitazione, ci sono poi ancora le partorienti. Tutte queste persone che faranno, dato che a Marsala non c'è nemmeno più il pronto soccorso?
Una lista lunga: dove saranno portati questi pazienti?


Non si sa - è la risposta -  dove c’è posto. Così due donne di Marsala hanno partorito, ad esempio, una a Castelvetrano e l’altra a Mazara.
Perché smontare il reparto di cardiologia marsalese, diretto in maniera eccellente dal dottore Salvatore Rubino che è coadiuvato da un' equipe di professionisti ineccepibili? 
Domande che non troveranno risposta,  o che magari verranno sminuite: ma non si può minimizzare sulla salute dei cittadini.
Non si morirà di Coronavirus, speriamo, ma non si deve morire nemmeno per altre sopraggiunte malattie o patologie che prima erano di normale cura ospedaliera.


E, ad emergenza finita,  come e con che costi si rimetterà in piedi l’ospedale? In che misura? Quale sarà il prezzo che avrà pagato la collettività?
Soluzioni prese a tavolino a Palermo, indotte dalla politica, avallate da quella locale, nessuno dei deputati in carica ha battuto ciglio, non lo ha fatto la capogruppo all’ARS Eleonora Lo Curto, del resto Mimmo Turano è parte integrante dell’esecutivo regionale ed è di Alcamo, non lo ha fatto Stefano Pellegrino, deputato di Forza Italia.


Si trincereranno dietro al “Non è il momento delle polemiche”, sollevare dubbi e tutelare la salute di tutti non è una strumentale polemica è volere capire fino a che punto la politica si spinge, anche nel silenzio, per nascondere i propri limiti e le proprie debolezze.

Ed è per questo che sarebbe stato più logico utilizzare la famosa struttura del Campus biomedico, mai in uso, per renderla funzionale e funzionante, nevralgica. Ci sarebbero voluti dieci giorni per attivare la luce e l’acqua. In altre parti in dieci giorni fanno ospedali da zero. Anche la Casa di riposo di Marsala, "Giovanni XXIII", ha 150 posti letto a disposizione e nessun ospite. Era pronta. O l'ala nuova del San Biagio. 

Si è deciso di seguire altre strade, la politica si assuma le sue responsabilità.