Cresce l’epidemia, ma non c’è l’impennata dei contagi in Sicilia. Aumentano costantemente i positivi al Coronavirus sull’isola. Attualmente sono 1330 i contagiati in Sicilia. Per il presidente della Regione Nello Musumeci il picco arriverà entro metà aprile. Secondo il governo regionale stanno funzionando le misure di contenimento: “il 95% dei siciliani resta a casa”, ha detto il governatore. Nel frattempo salgono a quattro le città zone rosse sull’isola. Alla lista si è aggiunta anche Troina, dove si sono contati ben 94 casi di Coronavirus.
I DATI
Il virus cresce in Sicilia, ma poco. Ormai è evidente che le azioni di contenimento stanno funzionando.
I positivi, dall'inizio dell'epidemia, sono 1330. Una crescita costante, ma non esponenziale.
Come altra nota di ottimismo, va evidenziato che il dato tiene conto di zone critiche, come Troina, nell'ennese, o Salemi, zona rossa, o le vicende degli ospizi nelle province di Palermo e Messina. E importante è anche il dato dei ricoverati, ieri sono stati 10 in più rispetto a sabato e nessuno in terapia intensiva.
Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di ieri (domenica 29 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 13.814.
Di questi sono risultati positivi 1.460 (+101 rispetto a sabato), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.330 persone (+88).
Sono ricoverati 522 pazienti (+10 rispetto a sabato), di cui 71 in terapia intensiva (uguale), mentre 808 (+67) sono in isolamento domiciliare, 65 guariti (+5) e 65 deceduti (+8).
“PICCO ENTRO META’ APRILE”
"In Sicilia l'epidemia economica è arrivata prima del picco dell'epidemia sanitaria". Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, intervenendo a Sky Tg24, ha reso plasticamente evidente a tutti la situazione di crisi sociale che rischia di esplodere nell'Isola.
"Due settimane di inattività - ha spiegato - hanno messo in sofferenza una società che vive anche di lavoratori precari che lavorano alla giornata per portare a casa anche 30, 40 euro. Il mio governo ieri - ha proseguito - per fare fronte a questa drammatica condizione ha messo a disposizione dei Comuni ben 100 milioni di euro destinati esclusivamente all'assistenza".
E' chiaro, ha detto Musumeci, che si "devono continuare a rispettare le regole, ma dobbiamo consentire alle persone di mettere il pane sulla tavola e qui soffrono tante imprese e tanti lavoratori dipendenti, ma soprattutto quelli che non hanno reddito e vivono con attività quotidiane. Gente costretta a stare a casa e che non porta più niente da mangiare".
Il presidente della Regione, che ha incassata unanimi consensi per lo stanziamento di cento milioni a beneficio delle famiglie meno abbienti, ha fatto riferimento al governo nazionale.
"Se gli aiuti non si integrano tra Regione e Stato - ha aggiunto - ogni sforzo diventa difficile. Noi abbiamo deliberato che l'Irfis, l'unica banca di cui dispone la Sicilia, metta a disposizione delle imprese fondi per 200 milioni di euro. In Sicilia il tessuto produttivo è fatto di piccole imprese".
Sullo stato di diffusione del contagio del Covid-19 in Sicilia, Musumeci ha spiegato che il 95 per cento dei siciliani rimane a casa, "non va in giro, il picco dei contagi del coronavirus dovrebbe arrivare entro la metà di aprile". E se sotto il profilo della risposta sanitaria all'emergenza la Regione sta facendo tutto il possibile, lo stesso non si può dire per la fornitura, da Roma, dei dispositivi di protezione individuale, mascherine, camici e guanti.
"In regime ordinario abbiamo 411 posti di terapia intensiva e pensiamo di poterne allestire altre 500 almeno. Abbiamo già convertito reparti di ospedali pubblici - ha aggiunto il presidente della Regione - e stiamo lavorando anche per i posti letto di pazienti positivi senza rianimazione. Stiamo lavorando per dare serenità alla gente".
Poi l'affondo: "La Sicilia produce tutto, dai fichidindia alle arance rosse, ma non camici e Dpi. Per tutto questo attendiamo che l'Unità di crisi possa farci arrivare il carico. Arriva qualcosa con il contagocce, ma non può bastare quando arriverà il picco".
ALTRA ZONA ROSSA
Troina é il quarto Comune siciliano che diventa “zona rossa”. Lo ha deciso, con una propria ordinanza, il presidente della Regione Nello Musumeci, sentito il primo cittadino dell’Ennese.
Fino al 15 aprile, nel centro montano dell'entroterra vigerà il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale e la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, a eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. Potranno entrare e uscire dal paese solo gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nell'assistenza alle attività inerenti l’emergenza, nonché esclusivamente per l'ingresso e l'uscita di prodotti alimentari, di prodotti sanitari, di beni e servizi essenziali. Inoltre, è consentito il transito, in entrata e in uscita, dei residenti o domiciliati (anche di fatto) nei Comuni interessati, esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l'allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante.
Il provvedimento si è reso necessario per evitare il diffondersi del contagio del Covid-19, dopo che gli uffici dell'Asp hanno segnalato ben 94 casi di positività al Coronavirus, essenzialmente circoscritti tra pazienti ed operatori del Centro “Oasi”. Nella struttura sono arrivati nei giorni scorsi due esperti scientifici inviati dalla Regione e alcune unità della sanità militare.